Giulianova. In occasione della festa dell’Artiglieria che si svolgerà domenica 11 giugno 2017 nella chiesa di Santa Maria a Mare, nel quartiere dell’Annunziata di Giulianova, con il seguente programma: ore 10,00 accoglienza degli ospiti e aperitivo; ore 10,30 deposizione della corona al “ritrovato” quadro dei caduti giuliesi della 1° guerra mondiale e alle ore 10,45, celebrazione della Santa Messa e lettura della preghiera dell’Artigliere. Al termine, benedizione finale e scioglimento dell’assemblea, mi sembra giusto ricordare la figura di questo giuliese proprio nel giorno della festa del suo corpo militare.
Pietro Quaranta, un giuliese medaglia d’Argento al Valor Militare
Di Walter De Berardinis **
Giulianova. Pietro Quaranta nasce il 22 novembre 1894 a Giulianova nella casa posta in Via per Mosciano, al numero civico 30, nella parte alta della città. Figlio del 33enne Giuseppe, agricoltore e della 30enne Diana Domenica, anch’egli contadina. Furono Emidio Paolone e Raffaele Del Nunzio, noti proprietari, a testimoniare con il papà Giuseppe l’avvenuta nascita di Pietro. Al compimento del 18mo anno di età, fu inserito nella lista di leva della classe 1894 e chiamato per la visita di leva nel 1912 al Distretto Militare (n° 10) di Teramo, con il numero 278. La commissione medica così lo descrisse: alto 1,64, con capelli e occhi castani, illetterato e di professione contadino. Fu giudicato idoneo per la 1° categoria e successivamente posto in congedo il 17 luglio 1914, con residenza a Mosciano Sant’Angelo. Il 7 settembre 1914 fu richiamato alle armi e il 26 settembre dello stesso anno viene inquadrato nell’artiglieria a cavallo – nel reparto batterie. Il 5 giugno 1915, dopo mesi di duro addestramento, raggiunse i territori in stato di guerra e il 19 aprile viene trasferito nel deposito della scuola di tiro bombardieri di Susegana. Infatti, agli inizi del 1916, il governo diede ordine di istituire dei reparti bombardieri all’interno dell’artiglieria. Da quella scuola usci Pietro (uno dei 170.000 soldati addestrati) con il 13° gruppo bombardieri aggregati al 30° Reggimento Artiglieria da Campagna Territoriale da 8 batterie; ed ognuna composta da: 12 bocche di fuoco e cavalli per il trasporto. Nella nona battaglia dell’Isonzo (31 ottobre-4 novembre), tra il Regno d’Italia e l’Impero asburgico, il nostro concittadino Pietro rimarrà gravemente ferito proprio il primo giorno della cruenta battaglia, il 31 ottobre a Oppacchiasella (oggi Opachiasella, Slovenia), paese sloveno sul Carso. Purtroppo, il 3 novembre 1916, alle 3,00 del mattino, si spegneva nell’ospedale da campo (di oltre 100 posti letto) n° 060, per le gravi ferite riportate il 31 ottobre sul campo di battaglia. Doveva compiere, dopo pochi giorni, 22anni. Il referto medico, poi trascritto dal giovane Tenente d’amministrazione dello stesso ospedale da campo, Giuseppe Accorinti, cosi descriveva il povero artigliere sul registro dei morti a pagina 71 e numero progressivo dei morti numero 286: morto in seguito a peritonite da ferita d’artiglieria all’addome, ferite multiple alla testa, al torace ed ai piedi per fatto di guerra. Il povero Pietro fu sepolto a Gradisca d’Isonzo in Friuli Venezia Giulia, quasi al confine con la Slovenia. Gli alti comandi, visto il valore e l’ardimento dimostrato, gli conferirono la Medaglia d’Argento al Valor Militare con la seguente motivazione: Quaranta Pietro, da Giulianova (Teramo), soldato raggruppamento bombardieri, gruppo, batteria, n° 34747 matricola – Non essendo nella sua qualità di attendente obbligato ai servizi di batteria, si offriva spontaneamente ad uscire in ricognizione per constatare i danni prodotti dalle nostre bombarde. In altre circostanze, offertosi pure volontariamente al servizio di un pezzo, veniva mortalmente ferito, e mentre lo trasportavano al posto di medicazione si rammaricava di non poter più prestare l’opera sua alla batteria. – Oppacchiasella, 31 ottobre 1916. Oggi, grazie all’interessamento dell’Associazione Nazionale Artiglieri d’Italia – sezione di Giulianova-Teramo, presieduta dal Ten. A. (cong.) Rosario Cupini, il suo nome verrà ricordato sul monumento all’artigliere, di prossima costruzione, nel quartiere dell’Annunziata. Ad oggi, non abbiamo trovato eredi diretti dell’artigliere e neanche riusciamo a fare un albero genealogico della famiglia vista che all’epoca i genitori e altri familiari si spostarono nel vicino comune di Mosciano Sant’Angelo (TE).
**Walter De Berardinis
Commissario provinciale dell’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore
alle Reali Tombe del Pantheon di Roma