PESCARA. CONTINUA LA STRAGE DEI PINI D’ALEPPO

La denuncia arriva dalle Associazioni: Italia Nostra Pescara,  Archeoclub Pescara, CONALPA – Coordinamento Nazionale Alberi e Paesaggio Ecoistituto Abruzzo, Miladonnambiente  La Gallina Camminante FAI – Delegazione Pescara Forum H2O Pro Natura Abruzzo Oltre il Gazebo-NO filovia

In queste ultime bellissime giornate estive d’inizio ottobre, quando la Natura ci regala tanti doni, come le vigne, i frutti e le colorazioni autunnali, nella nostra “bella” città di Pescara possiamo ancora godere del mare e dei caratteristici viali alberati, ma c’è chi non capisce tutto questo e distrugge, distrugge senza senso e senza un perché!

Chi scrive sono cittadini, tecnici, anche figure pubbliche, iscritti alle associazioni sociali, culturali e ambientali, che assistono stagione dopo stagione al depauperamento del patrimonio arboreo di Pescara. Un patrimonio unico da fare invidia a quelle città nordiche famose per essere attente al loro verde pubblico. La nostra città si è sviluppata all’interno di un territorio dove dominava un pino speciale, appunto il Pinus halepensis, una specie singolare, resistente alle bufere marine, dall’aspetto spettacolare, da cui deriva il nome di Pescara, unica conifera del litorale adriatico con un valore ecologico così alto da giustificare l’istituzione di una Riserva proprio dentro la città.

Questi importanti motivi non bastano per salvare gli esemplari rimasti, nei viali centrali (Viale Regina Margherita o Viale Kennedy) da azioni di “cancellazione” permanente di questa specie arborea così identitaria. La sollevazione cittadina che ci fu nel 2016 a difesa di questa specie non è stata sufficiente a far capire ai tecnici e agli amministratori quanto a cuore i pescaresi hanno quest’albero. Si perpetuano silenziosamente azioni di abbattimento dei pochi esemplari rimasti, quasi monumentali, come quella di un bellissimo albero lasciato a piangere, con l’aspetto di un inutile moncone nel giorno della festa patronale.

Albero sano, imponente, che era stato salvato grazie al movimento “salviamo gli alberi” ma ora in sordina ucciso per sempre.

Viene da chiedersi perché in una fase di emergenza ambientale di livello planetario i governatori di questa città si accaniscano senza un motivo contingente contro una specie arborea che è e sarà sempre il nostro vanto.

Tutti sappiamo che si richiede un cambio di atteggiamento rispetto all’ambiente in nome della sopravvivenza stessa della specie umana sulla Terra, inoltre abbondano studi scientifici che dimostrano quanto gli alberi siano insostituibili per Vita e per il benessere delle persone.

Forse l’albero è stato abbattuto per meri motivi economici, in fondo abbattere una pianta costa circa 500 euro e il re-impiano costa altrettanto; forse perché si vuole creare una città con alberi “finti” che ogni 15-30 anni si tagliano e si ripiantano, con costi esorbitanti per la collettività, oppure forse perché essendo caduto un pino domestico (Pinus pinea L.) di fronte al Comune di Pescara e si è riaccesa la sindrome dell’albero pericoloso. Sembra inutile ancora ripetere che le due specie hanno caratteristiche e comportamenti diversi: la stabilità aerea e la forza dell’apparato radicale del Pinus halepensis sono di gran lunga superiori a quelle del Pino domestico. Non a caso il d’Aleppo vive sui costoni delle falesie a mare e sulle dune, mentre il pino domestico vuole terreni ben drenati, umidi e profondi.

E’ difficile comprendere queste azioni contro la Natura e la Bellezza che ancora ci circondano e non ci stancheremo mai di ripetere che questo Comune continua nella sua modalità di malagestione delle alberature di Pescara.

Chiediamo di nuovo con forza di avere un gesto di umiltà e di amore verso il territorio aprendo alla consultazione delle associazioni, degli enti tecnici e professionali, prima di abbattere alberi storici di Pinus halepensis.

 

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