Il tema della desertificazione delle città, inteso come forte diminuzione della presenza degli esercizi commerciali di più piccole dimensioni, i cosiddetti “esercizi di vicinato”, si è evidenziato da tempo e sta portando da un lato alla riduzione del servizio diffuso ai consumatori e dall’altro alla eccessiva standardizzazione e omologazione dell’offerta commerciale nella maggior parte delle città e con il rischio di perdere l’identità e la tipicità che caratterizza i nostri territori.
La Confesercenti sostiene che per tanti anni le stesse politiche urbanistiche hanno portato ad uno sviluppo abnorme delle grandi strutture commerciali localizzate a livello extraurbano riducendo inevitabilmente la centralità del commercio urbano; questo fenomeno ha portato a significativi mutamenti dei consumi e dei comportamenti di spesa delle famiglie, causati non da una sana concorrenza, come sarebbe naturale, ma da cause esterne che favoriscono determinati stakeholder a scapito di altri.
Per la Confesercenti, la situazione delle PMI di vicinato è ormai giunta al livello di guardia, occorrono al più presto politiche efficaci per rilanciare il commercio urbano, a partire da quelle urbanistiche, da norme per il contenimento dei canoni commerciali anche attraverso la cedolare secca, dalla riduzione della pressione fiscale e della burocrazia, da norme più efficaci per combattere l’illegalità l’abusivismo e la concorrenza sleale e ancora un più forte sostegno all’innovazione soprattutto per le micro e piccole imprese anche per quanto riguarda il commercio online e la digitalizzazione, che non può essere appannaggio solamente dei grandi player mondiali e che devono essere al più presto soggetti allo stesso trattamento fiscale delle altre imprese, cosa che ora non sta affatto avvenendo creando uno svantaggio competitivo inaccettabile per le PMI.