CONTINUA IL DISASTRO AMBIENTALE: 500.000 API UCCISE A SIOUX CITY

 di Alina Di Mattia 

 

Se le api scomparissero dalla terra, all’uomo non resterebbero che 4 anni di vita”, recita una celebre frase attribuita erroneamente ad Albert Einstein. Che l’abbia proferita il genio o meno, oggi ha poca importanza rispetto alla previsione catastrofica racchiusa in queste profetiche parole. 

Ce lo hanno insegnato a scuola sin da piccoli: le api si occupano dell’impollinazione e senza l’impollinazione non sarebbe possibile la riproduzione delle piante da frutto, degli ortaggi che mettiamo a tavola ogni giorno e di ogni sorta di pianta da semente.

Senza le api non esisterebbe il miele. E questo sarebbe un ulteriore disastro per l’umanità.

 

Eppure c’è ancora qualcuno che sembra non abbia capito quanto sia vitale questo insetto per l’intero ecosistema. A Sioux City, negli Stati Uniti, due ragazzini di 12 e 13 anni sono stati arrestati – già, perché lì, i delinquenti minorenni li arrestano eccome! – per aver distrutto alveari con circa mezzo milioni di api. A farne le spese sono stati due anziani coniugi che si occupano di produzione di miele e, fortunatamente per loro, sono riusciti, attraverso una campagna di crowdfunding, a far fronte all’ingente danno. Quello che spaventa invece, è il danno irreversibile che viene inflitto all’ambiente e al quale non si può far fronte in nessun modo.

L’atto di vandalismo o meglio, la stupidità legata ad un tale atto vandalico va a colpire l’intera comunità. E cosa ancor più grave, non è un caso isolato. Proprio recentemente, ad Abano Terme, alcuni vandali hanno distrutto tre arnie provocando la morte di 30.000 api, ma ci arrivano notizie di reati simili da ogni angolo del mondo. Per non parlare di 37 milioni di api morte in Canada! Fa paura anche il solo pronunciare un numero così inquietante!

E poiché non bastano parassiti come l’acaro Varroa e virus causati dai nuovi pesticidi utilizzati in agricoltura come i Neonicotinoidi, o la malnutrizione dovuta ai cambiamenti climatici, a sterminare le api, adesso, ci pensa l’uomo usando direttamente le proprie mani e la propria piccolezza umana. Nell’Unione Europea è stata registrata una diminuzione degli alveari di circa il 50%. Soltanto in Italia, la percentuale di perdita si aggira intorno al  20-30%.
In Sudamerica e in Africa la morìa è decisamente ridotta invece, grazie all’incidenza minore delle cause di inquinamento ambientale e le razze di api sembrano essere più resistenti al parassita Varroa.

Un danno dalle proporzioni incalcolabili. Basti pensare che l’80% dell’impollinazione dipende dalle api.

 

Gli Usa stanno investendo attualmente in ricerche e studi per salvare l’insetto dal cosiddetto fenomeno del “colony collapse disorder”; da parte nostra, in Italia, si sta lavorando per trovare una soluzione nell’ambito del programma APENET (BEENET). 

E mentre alcuni scienziati propongono una soluzione estrema, The robobee, ovvero l’ape robot, e l’Harvard School of Engineering and Applied Sciences progetta un’ape artificiale grazie ad un contributo di 10milioni di dollari, in Cina stanno già sostituendo le api con l’impollinazione manuale dei fiori.

Quello che io suggerisco è di sostituire innanzitutto il cervello degli esseri umani. L’uomo è in grado di costruire qualsiasi cosa per far fronte ai problemi che egli stesso crea, ma ciò che dovrebbe essere studiato e capito ed eventualmente sostituito, è prima di tutto il cervello di chi distrugge ciò che la Natura, nella sua ineguagliabile bellezza, ci ha messo gratuitamente a disposizione.

 

 

About Alina Di Mattia

Scrittrice, conduttrice e responsabile produzione di grandi eventi istituzionali con esperienza trentennale nei Media e nella Comunicazione. All'attività artistica e manageriale ha affiancato quella di giornalista freelance. Si è occupata spesso di tematiche sociali ed ha all'attivo alcune pubblicazioni letterarie. Ha ricevuto due prestigiosi premi giornalistici nazionali e diversi riconoscimenti pubblici per le attività svolte.