Le vicende di una famiglia ebraica si legano al parroco di Tagliacozzo e rivelano un don Gaetano incurante della politica antisemita del governo fascista e degli ordini di persecuzione emanati dalle autorità naziste. La famiglia Orvieto-Pacifici di Roma era solita trascorrere a Magliano dei Marsi i periodi estivi e intratteneva cordiali colloqui con il parroco del luogo. Per suo tramite, appunto, avevano avuto modo di conoscere don Gaetano, di cui tanto bene avevano sentito dire, e con lui avviano anche rapporti epistolari che si concludono con saluti ebraici. Nei giorni che precedono la retata nazista del 16 ottobre 1943 a Roma, i componenti della famiglia Orvieto-Pacifici sono in fuga sui monti dell’Abruzzo, ma non possono rifugiarsi a Magliano per la presenza nel luogo di un comando tedesco. Così, l’11 ottobre bussano alla porta di don Gaetano, che accoglie i sette amici nascondendoli per nove mesi, festeggiando con loro la pasqua ebraica e conservando gelosamente un pezzetto di azzima, il cibo ebraico per questa festività. A Tagliacozzo e Villavallelonga don Gaetano è protagonista di due episodi simili, quando a seguito di due differenti rappresaglie naziste si offre volontariamente chiedendo di essere fucilato lui al posto dei responsabili delle azioni, purché si lascino liberi gli innocenti ostaggi. In entrambi i casi l’esecuzione non viene compiuta e lui fu liberato insieme agli altri.Al termine della guerra don Gaetano ha il fisico gravemente debilitato tanto che si ammala di broncopolmonite. La famiglia Orvieto-Pacifici, riconoscente, lo obbliga a stare presso la loro abitazione a Roma e poi in clinica, ma i miglioramenti sono più apparenti che reali. Nell’estate del 1947 don Gaetano trascorre un breve periodo a Villavallelonga, poi torna a Tagliacozzo, ma le sue condizioni si aggravano rapidamente e nelle prime ore del 13 novembre di quell’anno giunge la sua santa morte. Dopo i funerali nella chiesa di San Pietro a Tagliacozzo viene sepolto a Villavallelonga, nel cimitero comunale, come era nella sua volontà, e sulla sepoltura è posta una croce di legno con su scritto semplicemente «M. 13-11-47 DON G.T.»; ma tutto il paese natale e gli abitanti dei centri della Marsica gli rendono onore come se fosse la festività del Corpus Domini, avverandosi il detto di Gesù: «Chi si umilia sarà esaltato» (Lc 14,11). La tomba diviene mèta di pellegrinaggi spirituali e il 24 agosto 1958 si procede alla riesumazione della salma, per collocarla nella cappella Tantalo; per l’occasione molti conservano come preziosa reliquia le gocce del sangue fuoriuscite dal feretro e gli stessi residui lignei, mentre altri assicurano di aver visto sbocciare delle rose sul punto della fossa dove poggiava la testa di don Gaetano. Il 3 settembre 1980 le sue spoglie mortali vengono riposte in un sarcofago di marmo pregiato nella parrocchia dei Santi Leucio e Nicola di Villavallelonga.La vita di don Gaetano è fortemente ispirata dal Cristo, nella continua ricerca di «una vita conforme a quella di Gesù» (05/08/1930), in cui «l’ideale è quello di trasformarsi in Gesù» (07/02/1930). All’avvilimento per non aver trovato equilibrio tra la vocazione e le preoccupazioni esterne (01/03/1934) risponde con la preghiera, il suo unico sostegno (11/02/1946). I poli opposti sono marcati: «nessuna gioia è perfetta quaggiù» (25/08/1940); «ogni dolore va considerato alla luce della misericordia divina» (09/05/1930). In alcune lettere assume la figura di guida spirituale, ricordando ai suoi fedeli: «non siete cristiani per vivere un giorno di esilio nel deserto della terra, ma per ritrovarci tutti insieme nell’eterna pace della patria celeste» (07/1937). Don Gaetano Tantalo è dichiarato Servo di Dio sulla base delle virtù eroiche, e sotto il Vescovo dei Marsi, mons. Biagio Vittorio Terrinoni, inizia il processo di beatificazione. Il 15 marzo 1980 il papa san Giovanni Paolo II ha confermato, con un decreto nihil obstat della Congregazione per le cause dei Santi, l’avvio del processo di cognizione per la beatificazione e canonizzazione del servo di Dio della Diocesi dei Marsi. Anche da parte della famiglia Orvieto-Pacifici si è intrapresa l’iniziativa di accendere una lampada in onore di don Gaetano nello Yad Vashem di Gerusalemme e a lui è stata attribuita una medaglia dei giusti, consegnata ai parenti. Il 7 marzo 1982 è stato piantato un albero in sua memoria nel Viale dei Giusti di Gerusalemme. Infine, il 6 aprile 1995 la Congregazione per le cause dei Santi ha emesso il Decretum super virtutibus in cui si dichiara in modo solenne: «Constare de virtutibus theologalibus fide, spe et caritate tum in Deum tum in proximum, necnon de cardinalibus prudentia, iustitia, temperantia et fortitudine, eisque adnexis, in gradu heroico, Servi Dei Caietani Tantalo, sacerdotis dioecesani, parochi ecclesiae Sancti Petri Martyris loci Tagliacozzo, in casu et ad effectum de quo agitur». Da allora don Gaetano ha il titolo di Venerabile.