I MIRACOLI DI SAN GABRIELE DELL’ADDOLORATA – LA VOCE DEL SANTO

EMANUELE TI STO ASPETTANDO

Mi chiamo Emanuele Mauceri, 51 anni di Pachino (Siracusa). Lavoro nel settore calcistico, come massaggiatore sportivo, e di sera svolgo un secondo lavoro: mi occupo di consegne a domicilio per una pizzeria della mia città.

Proprio mentre svolgevo questo lavoro, la sera del 30 aprile 2009, accadde un incidente che ha segnato per sempre la mia vita e il mio rapporto con san Gabriele. Mentre a piedi mi recavo presso uno stabile condominiale per consegnare delle pizze, non trovando al primo tentativo il numero civico per la consegna, presi le scale per andare oltre e trovare il numero che cercavo. Purtroppo per me, le scale pur senza nessuna segnalazione, non erano in fase di completamento, anzi esistevano solo gradini e poi il vuoto e, complice il buio e le pizze in mano, la mia vista era limitata, pertanto dopo alcuni passi mi ritrovai con un salto nel vuoto da una altezza di oltre due metri e finii in un garage del condominio tutto dolorante ed immobile e nessuno vicino che poteva soccorrermi.

Tra dolori e speranza di aiuto rimasi per ore immobile fino all’arrivo di un signore del condominio che si accorse di me e allertò i soccorsi. Io ero immobile e dolorante non sentivo più le gambe e la schiena, avevo paura di una paralisi. Dopo ore finalmente in ambulanza arrivai in ospedale sempre più agitato e preoccupato che a 44 anni la mia vita sarebbe cambiata con una paralisi quasi scontata.

Durante la prima notte di ospedale entrò in scena san Gabriele, che vidi sorridente nel mio sogno e mi disse di stare tranquillo perchè tutto sarebbe andato bene e sarei tornato a camminare meglio di prima. Gli dissi: “Chi sei tu che io non conosco?”; lui rispose: “Io sono Francesco Possenti e quando starai bene vieni a trovarmi”. Un nome per me allora sconosciuto, ma appena sveglio la cosa mi fu ben chiara perchè tramite una ricerca in rete ebbi subito conferma di chi fosse.

Nel frattempo arrivarono i risultati delle mie radiografie e il primario mi disse scherzosamente se per caso avessi qualche raccomandazione lassù, perchè “con un volo di oltre due metri, con la sua statura e peso non aver riportato lesioni interne con emorragie che potevano costargli la vita.., per molto meno la gente perde la milza, lei neppure questa e se l’è cavata con una frattura al braccio e al bacino, non scomposta fortunatamente, e quindi con un po’ di riposo tornerà meglio di prima”. Gli dissi: “Dottore, forse lei non mi crederà, ma ho la risposta alla sua domanda e si chiama Gabriele dell’Addolorata”.

Come confermato dal medico, con un periodo di convalescenza mi ripresi e tornai al mio lavoro, ma non andai mai al santuario in Abruzzo, anche perchè un po’ per dimenticanza, un po’ per vari eventi accadutimi, fui distratto del tutto da questo impegno. Dopo 7 anni, ovvero lo scorso aprile, una notte ancora una volta ecco lui nei miei sogni, questa volta in abito passionista sempre con quel sorriso che non dimenticherò mai e con dolcezza mi ricordava l’impegno: “Emanuele ti sto aspettando”. A quel punto, appena svegliato, non ci ho pensato due volte e sono partito in macchina verso l’Abruzzo per mantenere il desiderio di Gabriele di avermi lì. Inutile dire che sono stati momenti bellissimi, di lacrime di gioia, ma anche di fede per me che ero lontano dai sacramenti, anche se credente non praticante.

Da allora la mia vita è cambiata, san Gabriele è sempre con me, ho aderito al movimento laicale passionista “Amici di Gesù Crocifisso” e faccio apostolato nel limite del mio tempo, per cercare di fare conoscere questo santo nella mia città a molti ancora sconosciuto. Nel mondo del calcio usiamo molto il linguaggio dei tattoo ed io per riconoscenza mi sono fatto tatuare san Gabriele al braccio, con la data dell’incidente e gli ho dedicato una piccola cappella privata presso la mia abitazione.

testimonianza pubblicata il 30 Settembre 2017 L’Eco di San Gabriele

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