Nietzsche. Il “meriggio” e l’ambivalenza nel pensiero del filosofo tedesco

FilosofiaLa Filosofia platonica e socratica subisce la sua battuta d’arresto nel Filosofo tedesco contemporaneo, Friedrich Nietzsche. È il momento del mattino che ci guiderà al “meriggio” attraverso il riscontro inafferrabile, ad iniziare dall’abbattimento del razionalismo socratico, dell’inesistenza della divinità, dopo che l’avvento di un movimento culturale-filosofico così denominato Positivismo nascerà in Francia grazie al Filosofo Auguste Comte e con l’ulteriore analisi filosofico-pedagogica di John Stuart Mill. L’esaltazione della scienza come progresso e raggiungimento di verità, nella seconda metà dell’Ottocento, mediante le invenzioni o nuove scoperte tecnologiche e scientifiche, inaugurerà una società moderna che migliora il proprio benessere, specie la società borghese. Il piano filosofico intellettuale di Nietzsche (1844-1900) ne è la prova. Il Filosofo contemporaneo si batté in studi filologici, soprattutto appartenenti alla grecità antica, che lo stimolarono nell’elaborare il pensiero filosofico dell’ospite inquietante, ovvero di quel fantasma che, demolitore del fondamento platonico-cristiano sarà tale con il terremoto del positivismo, entrando nella mente di ogni europeo. Esso farà cedere le fondamenta dei valori soprattutto pratici della cristianità che, dall’antichità, per tutto il periodo medievale all’Età Moderna sono stati scritti negli ideali di ogni metafisica, attuandone un’ennesima ritornante ed autentica trasvalutazione. Il metodo cartesiano che conduce ad una visione razionale dell’idea di Dio perde ogni fondatezza alla ricerca di una verità assoluta che si astrae nello spirito tenebroso del dionisiaco, un impulso caotico che avvolge la vita e, soprattutto, è la chiave di volta ad ogni composizione musicale wagneriana. L’ospite è il nichilismo e il messaggero è il profeta Zarathustra; egli discenderà dall’esilio del cocuzzolo della montagna come l’astro venerato da ogni uomo tramonta, così egli è pronto ad annunciare il Superuomo o Oltreuomo. Zarathustra è amante dell’umanità e della sua ragione apollinea tendente a disintegrarsi nell’accettazione di una tragicità tradotta nel cavo fine e traboccante che l’uomo, nelle sembianze di un funambolo, dovrà attraversare perché ad essa condotto come risultato del dionisiaco. L’ultimo uomo è infatti bestiale, e sconfigge tale bestialità nella sua ultima generazione di Homo Novus, mostrandosi come l’artefice del proprio destino, in una corda tesa dall’Apollineo, ossia dalla razionalità socratica all’irrazionalità dionisiaca, come l’Iddio che la rappresenta e dove l’ultimo uomo rimane all’esordio di una corda tesa verso il disordine. È la morte di Dio e la Scienza è un divenire Gaia. Solo in una lanterna di luce opaca o fioca, gli ultimi raggi provenienti da una stella oramai spenta (il Sole), rimane accesa una forte speranza che soltanto in un folle potrà rivelarsi tale. Sarà il prossimo aggiornamento impregnato di cultura filosofica contemporanea in cui vedremo quale potrebbe essere il vero messaggio esistenzialista e vi sarà un’impronta studiata da Arthur Schopenhauer che si cela dietro il pensiero di questo grande filosofo del positivismo, pieno di tracce di secolarizzazione, sempre più evidente e in voga nella cultura contemporanea. Il dualismo kantiano fenomeno-noumeno ci guiderà in ciò che l’uomo cammello, incatenato dalle religioni e dalle superstizioni, sarà costretto a prendere per assolutamente vero in una caverna platonica parzialmente illuminata dall’accecante, almeno per l’ultimo uomo, mondo delle idee iperuraniche, il nirvana irraggiungibile. Sarà l’Homo Novus ad illuminare Zarathustra?

Grazie della lettura e al prossimo aggiornamento di Filosofia.

rc

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