Un confine sempre più sfumato, labile e quindi per questo pericoloso. Una distanza, quella tra videogiochi e gioco d’azzardo, che spesso viene cancellata, con rischi che vengono sottovalutati se non addirittura non visti.
Si è parlato di questo in occasione del convegno “Tutti in gioco – Strategie, Responsabilità, Politiche nella prevenzione e nel contrasto al GAP”, organizzato con l’obiettivo di analizzare da vicino le meccaniche introdotte nei videogiochi e la crescente interazione con il settore del betting. Novità che stanno cambiando in maniera profonda l’esperienza ludica, con potenziali rischi per i giocatori, soprattutto i più giovani.
Il primo punto è stato quello degli e-sports, i giochi elettronici e virtuali, protagonisti di una grande espansione negli ultimi tempi. Un’espansione che è stata colta al balzo dagli operatori di gioco pubblico, che offrono la possibilità di puntare su eventi di e-sport. Una connessione tra intrattenimento e betting che senza dubbio accresce l’interattività ma solleva anche preoccupazioni, dal momento che la popolarità degli e-sport è forte soprattutto tra i più giovani.
Altro tema affrontato è quello delle cosiddette loot box. Per chi non le conoscesse si tratta di “scatole premio” virtuali, riempite da un generatore casuale, che offrono ai giocatori oggetti utili o esclusivi per andare avanti in uno specifico gioco, come armi, potenziamenti o altri strumenti. Il modello è diffuso non solo nei videogiochi tradizionali ma anche in altre applicazioni, come quelle dedicate al fitness.. Il meccanismo delle loot box, con la promessa di vincite rare e ricompense desiderate, può generare una dipendenza simile a quella delle slot machine e può comportare una spesa di denaro significativa da parte degli utenti. Ecco perché molti regolatori stanno valutando di classificare le loot box come una forma di gioco d’azzardo, includendola all’interno di una normativa più stringente.
A soffiare su questo fuoco è tutta la dinamica digitale, con protagonisti i social media, che amplificano la portata di queste dinamiche. Attraverso alcune piattaforme, infatti, i giochi d’azzardo vengono promossi con strategie accattivanti che attraggono soprattutto i giovani, mentre la condivisione di vincite e risultati alimenta il fenomeno dell’emulazione. Tempo fa sotto la lente dei legislatori era finito il caso di Twitch, la piattaforma di streaming video che era stata multata proprio per la diffusione e la promozione dell’azzardo tra le fasce più vulnerabili.
Quello che emerge, insomma, è uno scenario che evidenzia la necessità di una maggiore consapevolezza sul tema, con il coinvolgimento attivo di famiglie, educatori e istituzioni per promuovere un approccio responsabile al gioco e al consumo digitale. E per mettere al sicuro i più giovani.