. Nel corso della mattinata i Carabinieri Forestale hanno donato “L’Albero Falcone” nelle mani del Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di L’Aquila, dott. Alessandro Mancini. Un evento nuovo per l’Abruzzo, promosso dal Comando Regione Carabinieri Forestale e dal Reparto Carabinieri Biodiversità di L’Aquila, rappresentati per l’occasione dai rispettivi comandanti: Gen. B. Giampiero Costantini e dal Ten. Col. Irene Sebastiani.
Alla cerimonia, oltre al presidente del Tribunale Ciro Riviezzo ed i magistrati del distretto, hanno partecipato anche le autorità civili e militari:
il Prefetto di L’Aquila, Cinzia Torraco; il Questore della città Enrico De Simone, il comandante della Regione Carabinieri Abruzzo e Molise, Gen. B. Paolo Aceto; il comandante del CME Abruzzo, Col. Marco Iovinelli; il Col. Nicola Mirante, comandante provinciale dei Carabinieri di L’Aquila, che ha fortemente sostenuto l’iniziativa; il comandante provinciale della Guardia di Finanza, Col. Gabriele Nastasi; il comandante della scuola ispettori e sovrintendenti della G. di F. di L’Aquila, Gen. D. Cristiano Zaccagnini; il comandante del 9° RGT Alpini, Col. Gianmarco Laurencig; delegati dell’associazione ANFOR.
L’alberello offerto in dono possiede lo stesso genoma della specie macrophilla columnaris magnolioides poiché riprodotto (a talea) dai ramoscelli potati del Ficus che si staglia davanti l’abitazione palermitana dove risiedevano i giudici Giovanni Falcone e la moglie Francesca Morvillo, uccisi dalla mafia il 23 maggio del 1992 insieme agli agenti di scorta.
L’“Albero Falcone” è un sempreverde, diventato un monumento vivente simbolo di una società libera dalle mafie e non solo a Palermo, ma in tutta Italia. È per questo che dallo scorso aprile rientra nel progetto “Un Albero per il Futuro”, promosso dal Ministero della Transizione Ecologica, che prevede l’impianto (fino al 2002) di più di 500mila esemplari di flora autoctona da diffondersi per mezzo dei Reparti Carabinieri Biodiversità in collaborazione con gli istituti scolastici del territorio nazionale, contribuendo così ad un significativo risparmio di Co2.
Le oltre mille gemme provenienti dall’Albero Falcone sono state replicate presso il Centro Nazionale Carabinieri per la Biodiversità di Pieve Santo Stefano (Arezzo) e da qui proviene l’esemplare giunto a L’Aquila.
Il suo inserimento all’interno del Palazzo di Giustizia, una cui ala si presenta come una grande serra sormontata da vetrate trasparenti che filtrano i raggi solari, capace di ospitare tale specie arborea, vuole anche significare l’inarrestabile processo educativo di legalità in genere e ambientale in particolare, perseguito dalle istituzioni con la complicità delle generazioni future cui è affidata la salvaguardia del pianeta e il mantenimento di una società civile.
Il passaggio di consegna del neonato albero e la messa a dimora di altre piante di specie diversa, allevate dal Reparto Carabinieri Biodiversità, sono state testimoniate da due delegazioni di giovani studenti appartenenti agli istituti superiori tecnici Amedeo D’Aosta e Da Vinci–Colecchi della città.