“Appare quanto mai surreale che a lamentare lo stato di totale abbandono in cui versa ormai da anni la sede avezzanese dell’università di Teramo sia proprio il consigliere Gianni Di Pangrazio, che durante il suo mandato da sindaco non ha fatto assolutamente nulla, non solo per rilanciarla, ma almeno per evitare la mortificazione dell’istituzione universitaria, allocata provvisoriamente, si fa per dire, in pochi spazi raggiungibili dall’uscita di sicurezza del liceo classico. Una situazione che ha provocato intollerabili disagi agli studenti, determinando un crollo drastico degli iscritti, a cui lui non ha saputo o voluto porre argine. Adesso scopriamo che l’ex sindaco aveva puntato tutto sui fondi del Masterplan, ritenendosi pertanto esonerato dall’assumere altre iniziative, limitandosi ad attendere finanziamenti futuri e assistendo passivamente alla neanche tanto lenta agonia della sede distaccata, privata di una collocazione adeguata, mai rimpiazzata dopo la positiva esperienza di via Napoli. Se la questione università è tornata di attualità, a onor di verità, lo si deve a questa amministrazione comunale che, a differenza della precedente, non ha volto altrove lo sguardo. Nei giorni scorsi ci siamo confrontati, per la prima volta concretamente, con il Rettore di Teramo, il professor Dino Mastrocola, e stiamo valutando insieme la fattibilità e la sostenibilità economica di arricchire l’offerta formativa con corsi di studi che abbiano attinenza con le vocazioni del nostro territorio (come l’agroalimentare), ma che hanno bisogno di sedi dignitose e soprattutto dotate di laboratori. Attorno a queste ipotesi di lavoro abbiamo coinvolto anche l’on. Gaetano Quagliarello, docente ordinario in prestigiose università italiane, che si è messo immediatamente a disposizione, e gli studenti stessi che, negli anni scorsi, sono stati letteralmente portati in giro. Che Di Pangrazio cerchi maldestramente di mistificare la realtà dei fatti e di risalire in cattedra, francamente, fa un po’ sorridere, vista la bocciatura che gli elettori gli hanno riservato e che avrebbe dovuto suggerirgli in questo lungo anno di ritagliarsi un profilo meno tribunizio e più sobrio”.