Cessione del quinto: caratteristiche, vantaggi e svantaggi per i dipendenti di Poste Italiane

Tra i finanziamenti uno dei più vantaggiosi è la cessione del quinto in quanto dà al contraente numerosi privilegi e non grava molto sulle proprie finanze. Non tutti, però, possono accedere a questo tipo di prestito in quanto occorrono delle garanzie specifiche che spesso ha esclusivamente chi lavora nel pubblico.

I dipendenti di Poste Italiane da questo punto di vista sono avvantaggiati in quanto sono impiegati in un’azienda privata che si trova sotto controllo dello Stato italiano. Chi fa parte del gruppo Poste, quindi, ha dei privilegi simili agli impiegati statali, compresa la facilità di richiesta della cessione del quinto; quest’ultimo però, avrà vantaggi e svantaggi a seconda della categoria di lavoratori a cui è indirizzato

Cessione del quinto cos’è?

La cessione del quinto è un tipo di prestito che viene ripagato facilmente infatti, come dice il nome, ogni rata equivale al 20% dello stipendio. Ciò vuol dire che l’importo dovuto cambia in base a quanto si guadagna, per renderlo più sostenibile per chi lo richiede. Un lavoratore che ha in busta paga 1.200 euro avrà una rata di 240 euro, mentre un dipendente che incassa 800 euro ogni 30 giorni pagherà 160 euro.

Un ulteriore aspetto positivo di questo tipo di finanziamento è legato al fatto che non bisogna ricordarsi di versare la quota, con il rischio di dover pagare una mora in caso di dimenticanze, ma questa verrà automaticamente decurtata dallo stipendio. Nello specifico è compito della società per cui si lavora, in questo caso Poste Italiane, a versare il dovuto all’istituto bancario con il quale si è contratto il debito.

Si tratta di un sistema a zero pensieri che permette di avere una grande o piccola cifra da usare per i propri bisogni. Infatti il denaro che viene richiesto non è finalizzato ciò vuol dire che non bisogna dichiarare per cosa verrà usato. Si potrà impiegare: per finire di pagare la casa, per acquistare un’auto nuova ma anche per aiutare i famigliari o per concedersi una vacanza.

Pro e contro di scegliere questo conto

La cessione del quinto è un prestito molto vantaggioso, chi lavora in Poste però deve sapere che ha la possibilità di accedere e ripagare questo finanziamento esclusivamente finché si trova in attività. Il risarcimento della quota richiesta non può essere rifinanziata quando si entra in pensione; quindi una buona idea è quella di farsi un po’ di conti e capire se è meglio inoltrare subito le carte che permettono di avere in poco tempo delle finanze aggiuntive o si piò attendere qualche anno prima di presentare la documentazione.

Tra i pro di prendere tale decisione c’è che: essendo le Poste un ente parastatale tutti i dipendenti potranno usufruire di un tasso agevolato sulla cessione del quinto con una rata molto bassa e un pagamento dilazionato fino a 10 anni. Nel caso in cui si abbia un urgente bisogno di soldi per coprire una spesa che si andrà a fare a breve è possibile anche chiedere un anticipo che poi verrà scalato alla somma totale. Questo verrà fornito al richiedente in poche settimane.

Per richiedere la cessione del quinto c’è bisogno di presentare alcuni documenti, dando modo all’istituto finanziario di controllare se si hanno o meno le carte in regola per ottenerlo. Nello specifico per i dipendenti di Poste Italiane occorre fornire l’attestazione della propria identità presentando: il passaporto o l’a carta d’identità e codice fiscale. Inoltre occorrono gli atti relativi al lavoro che si svolge nello specifico:

  • L’ultima busta paga che permette di attestare che si sta lavorando.
  • La Certificazione Unica (CU) che mostra i redditi percepiti nel corso dell’ultimo anno.
  • Il certificato dello stipendio.

Quest’ultimo è il documento che potrebbe richiedere più tempo in quanto per i dipendenti di Poste l’amministrazione centrale si trova a Roma e si tratta di uffici soggetti a una grande mole di lavoro. Inoltre una volta redatto perverrà all’indirizzo fornito per raccomandata, in totale, quindi, bisognerà considerare almeno una ventina di giorni.

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