CHIRURGO SUICIDA, LA ALS SI DIFENDE

 

La Procura di L’Aquila indaga sulla morte di Luana Ricca, chirurgo catanese, suicidatasi a L’Aquila il 29 dicembre.

Al vaglio degli inquirenti, che hanno dato il nulla osta alla sepoltura, il bando di concorso della Asl, telefono e pc della donna.

La tragica fine della professionista, laureatasi in tempi record e trasferitasi a Parigi, dove ha operato per un decennio nel primo centro di trapianti di fegato e di chirurgia epato-biliare e poi tornata in Italia, ha portato all’attenzione dell’opinione pubblica il problema della meritocrazia nel nostro Paese.

Per i familiari, alla base della depressione che avrebbe colpito Luana Ricca, vi sarebbero proprio le insoddisfazioni professionali che la avrebbero riguardata.

Il fratello di Luana, Francesco Ricca, annuncia la battaglia contro “un sistema marcio”, contro i favoritismi, chiedendo un incontro al Ministro della Sanità, Beatrice Lorenzin.

Intanto la direzione sanitaria dell’Asl di Avezzano- Sulmona-L’Aquila risponde, in una nota,  alla denuncia del fratello del chirurgo, raccolta da AbruzzoWeb.

L’azienda sanitaria ha sottolineato l’impegno che è stato profuso per valorizzare le capacità di Luana Ricca, per la quale sarebbe stato possibile, il primo marzo prossimo, scegliere il posto che preferiva, dopo il periodo di prova, svoltosi a Sulmona.

La dottoressa, secondo il direttore del Dipartimento Chirurgico Giovanni De Blasis, a settembre ha vinto il concorso, classificandosi al quinto posto e non al quarto, come sostenuto dal fratello.

Al momento dell’assunzione, a tempo indeterminato, tra i posti diponibili, avrebbe scelto quello di endoscopia all’ospedale di Sulmona, anche se aveva espresso preferenza per il reparto epato-biliopancreatico di L’Aquila, dove, però, non vi erano posti disponibili.

In seguito, per De Blasis, la dottoressa è stata assegnata al reparto aquilano da lei preferito, ma per 24 delle 38 ore settimanali, ossia in provvisoria, dal momento che il periodo di prova a Sulmona non era ancora decorso.

La direzione Asl ha inteso ristabilire la corretta verità dei fatti con tale replica, esprimendo, tuttavia, il più profondo cordoglio per la scomparsa della professionista.

 

Claudia D’Orefice

 

 

 

 

 

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