ERMINIO SIPARI – ARTEFICE E PRIMO PRESIDENTE DEL PARCO NAZIONALE D’ABRUZZO

Erminio Nicola Vincenzo Sipari nasce ad Alvito l’1 Dicembre del 1879  è stato un naturalistaambientalista e politicoitaliano. Artefice e primo presidente del Parco nazionale d’Abruzzo, il cui modello organizzativo e gestionale ha improntato sull’intreccio tra tutela dell’ambiente e sviluppo del turismo, è considerato fra i pionieri della conservazione della natura in Italia e fra i primi fautori dello sviluppo sostenibile a livello mondiale. Ultimo di sei figli, si è laureato in ingegneria civile a Torino e specializzato in ingegneria elettrotecnica all’Istituto Montefiore di Liegi. Console di Pescasseroli del Touring Club Italiano e membro della Commissione per la conservazione delle natura dello stesso sodalizio ha perorato, fin dai primi anni del XX secolo, la realizzazione di un’area protetta nell’Appennino abruzzese, resasi indispensabile dal 1913, in seguito all’abolizione della Riserva reale dell’Alta Val di Sangro, per il concreto pericolo di estinzione di importanti specie faunistiche, quali il Camoscio d’Abruzzo e l’Orso bruno marsicano.

Nel 1913, tra le file del Partito Radicale, è stato eletto per la prima volta alla Camera dei deputati nel collegio elettorale di Pescina (Legislatura 24^), confermandosi anche nella 25^26^ e 27ª Legislatura del Regno d’Italia. È stato nominato Sottosegretario di Stato alla Marinanel 1921. Ha seduto in Parlamento sino al 1929, intervenendo soprattutto, con interpellanzeinterrogazioni e disegni di legge, sia per la ricostruzione dei centri della Marsica distrutti dal terremoto del 13 gennaio 1915, sia per l’istituzione e la difesa del Parco nazionale d’Abruzzo. Di quest’ultimo è stato instancabile promotore: nonostante i veti ministeriali, dovuti soprattutto alla scarsa conoscenza dei parchi nazionali, Sipari è riuscito ad inaugurarlo, in via privata, il 9 settembre 1922, grazie anche al sostegno di suo cugino Benedetto Croce, che ha scritto per l’occasione la monografia di Pescasseroli. È riuscito a concretizzare quel progetto attraverso una serie di fondamentali tappe: il 21 ottobre 1921, quale presidente della Federazione Pro-Montibus per il Lazio e l’Abruzzo, ha ottenuto in affitto un’area dal comune di Opi da destinare a riserva protetta, esempio poi seguito da altri comuni, mentre il 25 novembre 1921 ha ufficialmente costituito a Roma l’Ente autonomo del Parco Nazionale d’Abruzzo.

Con la successiva istituzione legislativa, è stato eletto primo presidente di quell’Ente, carica che ha mantenuto sino al 1933, quando gli enti autonomi dei due parchi esistenti, quello d’Abruzzo e quello del Gran Paradiso, sono stati sciolti dal fascismo. Durante tale decennio, Sipari si è reso promotore, oltre alla creazione della Condotta forestale marsicana, primo Consorzio forestale d’Italia, di un progetto per la realizzazione di un’autostrada fra Roma e Napoli, con uscita a Cassino per il Parco nazionale d’Abruzzo, e della strenua difesa (peraltro vincente) dell’area protetta dai progetti della società Terni, che voleva realizzare due bacini artificiali per lo sfruttamento di energia idroelettrica nelle piane di Opi e di Barrea. Tale opposizione, che comportò l’inimicizia di diversi gerarchi del Partito fascista legati alla lobbyindustriale, ha determinato per l’artefice del Parco la mancata nomina a senatore.

Sipari è considerato dagli storici dell’ambiente tra gli “ideatori” del più moderno modello di sviluppo sostenibile, avendo concepito e sviluppato la gestione del Parco nazionale d’Abruzzo sull’avveniristico legame tra conservazione naturalistica e sviluppo turistico. Di questo modello sono testimoni anche i suoi numerosi interventi sul Parco Nazionale d’Abruzzo, costituiti in particolare da articoli pubblicati su periodici locali e nazionali, da relazioni ministeriali e da discorsi parlamentari. Mentre due iscrizioni lapidee ne commemorano la nascita e l’opera sui palazzi aviti di Alvito e Pescasseroli, il suo nome è ricordato anche dalla Elongata siparii, una specie di coleottero (genere oreina) dedicatagli dall’entomologo Paolo Luigioni nel 1930.

Sipari muore a Roma il 28 Gennaio 1968.

 

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