La stagione degli Uragani è iniziata: differenti Uragani e un Tifone sugli oceani tropicali

Nell’immagine soprastante il Tifone Mangkhut che, pochi giorni fa, ha colpito le Filippine, portando danni e 65 morti.

Meteo. Nello scatto fotografico satellitare della NASA, l’attuale Uragano Florence formatosi sulle acque calde tropicali dell’Atlantico centro-settentrionale. Esso è stato poc’anzi declassato da categoria 4 fino alla costa orientale degli Stati Uniti meridionali (USA), ove è sceso fino a categoria 2. Per quanto riguarda la genesi di questi ultimi Cicloni Tropicali, si tratta della temperatura tropicale oceanica non anomala, anzi favorevole, per la loro origine in stagione e, in effetti, fine Agosto/Settembre e Ottobre, è considerata esattamente la tipica stagione degli Uragani: tempeste tropicali che si formano sull’Atlantico; ad esempio sul Pacifico tropicale prendono il nome di Tifoni (dal giapponese “tau fun” all’italiano che traduce “grande vento”).

L’Uragano Florence verso gli Stati Uniti centro-orientali (fotto sottostante)

 

I “Medicane” o Tropical Like Cyclones, sono molti simili alle tempeste tropicali perché si generano in presenza di una depressione al suolo e l’ingresso di masse d’aria instabile dal Nord Atlantico sul Mediterraneo occidentale, nonché da altri importantissimi fattori quali la superficie marina molto calda che, a contatto con quest’ultima o con il mare, diviene una profonda depressione meteorologica per via dell’affluire d’aria fredda in quota di origine polare-marittima accompagnata da una saccatura, la quale, per l’appunto, permette lo sviluppo di violenti moti ascensionali o correnti verticali ascendenti, attraverso lo sviluppo di imponenti nubi temporalesche o cumulonembi. Essa accelera la convezione mediante anche il calore latente di condensazione rilasciato durante il medesimo processo di saturazione dell’aria caldo-umida in moto verso l’alto dalla superficie del mare. La colonnina d’aria ha a sua volta un intenso gradiente termico negativo al variare della quota, in grado di alimentare a catena la vorticità positiva, ossia ciclonica dei venti (antioraria nel nostro emisfero) che rende il vortice depressionario “a cuore caldo”, molto somigliante ai Cicloni Tropicali i quali invece si originano dagli Oceani Tropicali dai cluster temporaleschi nati dalla convergenza degli Alisei per poi abbattersi dalla categoria 1 alla 5, secondo la scala Saffir-Simpson, tant’è che, l’aspetto che è costituito anche da un occhio è simile agli Uragani o ai Tifoni (a seconda dell’Oceano sul quale si generano), ma in vero, non sono tempeste tropicali. Possono dare luogo a venti impetuosi sulle regioni del Sud Italia, con raffiche oltre i 100 km/h, nonché sono in grado di dare origine a fenomeni temporaleschi localmente intensi in Sicilia ma anche sul resto del meridione: Sud Puglia, Calabria ionica e parte della Basilicata, come si può notare anche dall’immagine satellitare del Meteosat posta come sfondo dell’editoriale dove si scorge benissimo grazie all’ampia scala l’occhio della tempesta tra Ionio e Mediterraneo orientale.

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