L’AQUILA. Nel Chiostro dell’antico Convento di San Giuliano sabato 21 luglio con inizio alle ore 21,30 si svolgerà un evento promosso dalla Società Aquilana dei Concerti “B. Barattelli” ed inserito nel cartellone de I Cantieri dell’Immaginario, già all’interno anche della Rassegna di Musica Antica “I Concerti di Euterpe”.
Sarà eseguito un Oratorio, un genere musicale sacro che, pur senza scenografia, ha le stesse caratteristiche dell’opera lirica nella struttura e nella drammatizzazione. Uno dei massimi autori italiani di tale genere è Alessandro Stradella nato a Nepi nel 1639. Per la rivalutazione e la riscoperta della sua opera Andrea De Carlo, docente al Conservatorio aquilano, ha creato un progetto pluriennale ed articolato con numerose collaborazioni, coinvolgendo anche gli studenti, con l’Ensemble Stradella Young-Project.
In questa occasione sarà eseguito l’Oratorio per 5 voci e basso continuo: “Santa Editta, vergine e monaca, regina d’Inghilterra” su testo di Lelio Orsini, principe di Vicovaro e fratello di Flavio, duca di Bracciano e amico di Stradella.
I personaggi sono interpretati da Cristina Fanelli soprano, Paola Valentina Molinari soprano, Chiara Brunello alto, Bellezza Leopoldo Punziano tenore e Andrzej Lenart basso.
Fra le due parti sarà eseguito il brano “Concentus” per voce e strumenti composto proprio per questo oratorio da Donna McKevitt, autrice che ha vinto il bando internazionale per giovani compositori NEWTRACKS@FBAS New.
La storia di Santa Editta è molto singolare: l’Oratorio, però, non racconta la biografia della sua figura controversa, ma espone un dialogo fra la Santa e le varie figure simboliche, tutto basato sul contrasto Umiltà/Grandezza.
In occasione del concerto presso il Convento di San Giuliano, è possibile entrare nella Chiesa dove è stato ricollocato l’olio su tavola del 1500/1510 raffigurante il Beato Vincenzo, opera di Saturnino Gatti e, grazie alla disponibilità della comunità dei Frati, sarà possibile visitare il Conventino quattrocentesco all’interno del Complesso a partire dalle ore 20,30 (ingresso a piccoli gruppi – durata della visita 10/15 min. ca. ).
Il Conventino (il Lochetto, come viene anche chiamato l’edificio primitivo), il cui nome ne suggerisce le ridotte dimensioni, è la parte più antica del complesso di San Giuliano ed è probabilmente il primo nucleo del Convento fondato nel 1415. È un piccolo edificio in muratura dalla pianta a quadrilatero irregolare, addossato alla roccia, che riflette i caratteri semplici dell’architettura Osservante, ispirata a sua volta alle prime costruzioni francescane. Si sviluppa su due livelli: al piano inferiore un piccolo ambiente era adibito probabilmente a refettorio; al livello superiore, partendo dal lato sud-ovest, si accede a un ballatoio nel quale sono ancora visibili affreschi raffiguranti Sant’Antonio abate e, tramite un corridoio separato da una cella da pareti in legno, si entra in uno studiolo dal quale si passa in un secondo ballatoio affrescato e quindi in una cappella voltata a botte decorata da dipinti in parte perduti. Entrando dal primo ballatoio a sud, si è accolti da brani pittorici ad affresco che narrano le storie di Sant’Antonio abate.