La morte di Luca Attanasio, l’ambasciatore italiano nella Repubblica
democratica del Congo, e del collega Vittorio Iacovacci, vittime di un
agguato e uccisi durante una trasferta il 22 febbraio 2021, dimostrano
quanto sicurezza e tutele siano imprescindibili nella vita di tutti,
tantopiù per l’Arma dei Carabinieri, che ogni giorno assolve al proprio
ruolo anteponendo la difesa dei concittadini spesso senza venir
adeguatamente ascoltata in servizio. “Ci spiace constatare, a un anno di
distanza da questa triste pagina del nostro Paese e chiuse le indagini,
quanto la voce di un nostro collega sia rimasta inascoltata” – è quanto
afferma Antonio Nicolosi, Segretario Generale del Sindacato dell’Arma
dei carabinieri UNARMA, che interviene così sull’agguato che un anno fa
costò la vita all’ambasciatore Luca Attanasio e al carabiniere Vittorio
Iacovacci in Congo – “Vittorio Iacovacci chiese di poter proseguire la
trasferta e proteggere l’ambasciatore a bordo di un’auto blindata che
non fu mai consegnata, esponendo a rischi eccessivi la propria vita e
quella di Luca Attanasio. È l’ennesima dimostrazione di come spesso i
nostri colleghi debbano fronteggiarsi con misure inadeguate e in
situazioni troppo difficili, scontandone il prezzo sulla propria pelle.
La migliore forma di giustizia è onorare il ricordo dei caduti fornendo
soluzioni” – prosegue Nicolosi – “Per UNARMA vuol dire potenziare,
ampliare e strutturare le nostre risorse e l’organico in servizio,
garantire tutele e far sì che situazioni come queste non si verifichino
mai più”.
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