PONTE SUL VOMANO, BRACCO: “PEZZA PEGGIORE DEL BUCO”

“Dopo le mie ripetute denunce, due giorni fa il caso dell’appalto della Provincia di Teramo per la realizzazione del nuovo ponte sul fiume Vomano è assurto alle cronache nazionali, a riprova della evidente gravità della situazione. Il Fatto Quotidiano ha pubblicato un articolo di cronaca nel quale si sottolineano le incongruenze e anomalie più palesi, come ad esempio l’incarico di ‘ricontrollo dell’iter procedurale e la verifica della progettazione in essere’ affidato a un ingegnere esterno all’Ente per oltre 25mila euro, incarico che è stato espletato in due soli giorni senza che la Provincia stessa abbia dato conto delle risultanze della relazione rimessa dal professionista”. Inizia con queste frasi il comunicato stampa diramato stamane dal consigliere Leandro Bracco che torna a occuparsi del ponte che dovrebbe essere costruito sul fiume Vomano per collegare fra loro i Comuni teramani di Castellalto e Cellino Attanasio. “Il dirigente della Provincia responsabile dell’appalto – afferma l’esponente di Sinistra Italiana – ha risposto al giornalista del quotidiano diretto da Marco Travaglio mettendo una pezza che è risultata essere persino peggiore del buco, in quanto questa persona ha sostenuto che ‘quelle sono state semplicemente le date in cui sono stati formalizzati gli atti’. Se ne dovrebbe dedurre che il dirigente accusi presumibilmente se stesso di un clamoroso falso, cioè a dire l’ipotesi dell’affidamento al professionista in via informale (con conseguente irrituale consegna dei documenti progettuali) ben prima che venisse formalizzato il provvedimento d’incarico. Mi auguro di aver compreso in maniera errata altrimenti le carte dovranno per forza passare al vaglio della magistratura penale”. “Ma c’è di peggio – prosegue Bracco – in quanto l’ufficio stampa della Provincia di Teramo asserisce che ‘serviva un parere tecnico esterno e super partes’, il quale avrebbe ‘fatto risparmiare tanto denaro pubblico, perché l’impresa aggiudicataria dei lavori voleva impegnare 300mila euro in più per effettuare certe modifiche all’opera’. Gravissimo che il dirigente, nella determinazione di approvazione del progetto esecutivo, non abbia dato conto né delle modifiche proposte dalla ditta aggiudicataria né delle risultanze della relazione rimessa dal professionista incaricato della revisione progettuale, quali che fossero tali risultanze considerato che la consulenza è stata lautamente retribuita”. “Inoltre visto che il dirigente ha approvato in via definitiva il progetto rimesso dalla ditta aggiudicataria il 30 marzo 2018 – sottolinea il Consigliere Segretario – si evince che il progetto esecutivo stesso fosse già perfetto all’atto della presentazione alla Provincia avvenuta sette mesi e mezzo fa. Anomalo quindi che si spendano oltre 25mila euro di denaro della collettività per una relazione che non si ritiene nemmeno di dover rendere di dominio pubblico e i cui esiti paiono essere irrilevanti rispetto a quanto già noto all’Ente”. “E sempre nulla si dice – evidenzia Bracco – circa la diffida da ultimo presentata alla Provincia di Teramo da parte di una ditta esclusa dalla gara (la CISA Appalti) la quale, lamentando una ‘modifica del tracciato fra i Comuni di Castellalto e Cellino’, chiede il blocco dei lavori paventando ricorsi e danni erariali nonché segnalando che vi sarebbero modifiche del tracciato non originali in quanto simili a quelle proposte dalla diffidante. Infine, criticità peggiore fra tutte, nessuno della Provincia ha ancora fornito pubbliche ed esaurienti risposte al nocciolo del problema e cioè quello della sicurezza dei cittadini e della longevità della realizzanda infrastruttura, in quanto il progetto preliminare redatto dai tecnici provinciali prevedeva un ponte lungo 115 metri e altre opere di protezione idraulica e di tutela, mentre quello definitivo parla di un ponte la cui lunghezza è di soli 80 metri senza altre rassicurazioni sulle opere spondali lungo il fiume Vomano”. “Torno pertanto a chiedere al nuovo Presidente della Provincia di Teramo Diego Di Bonaventura – rimarca Bracco – di voler immediatamente procedere a verificare la correttezza formale e sostanziale dell’intera procedura prima che si concretizzino errori o rallentamenti che potrebbero produrre danni non altrimenti rimediabili. Anche perché è stata la medesima Provincia di Teramo a ricordare che ‘per i fondi FAS c’è già stata una proroga e la scadenza per la rendicontazione è al 31 dicembre 2018’. Ciò significa che tra un mese e mezzo scadranno anche i termini della nuova concessione temporale già accordata dalla Regione per rendicontare le spese effettuate. E ovviamente non può non esserci il rischio di un disimpegno dei fondi qualora i tempi dovessero ulteriormente allungarsi ad libitum”.

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