SERGIO DE SIMONE, IL BAMBINO USATO PER GLI ESPERIMENTI DELLE SS

Sergio De Simone (Napoli29 novembre 1937 – Amburgo20 aprile 1945) è stato un deportato italiano di religione ebraica, vittima dell’Olocausto.

Condotto ad Auschwitz, fu unico italiano tra i 20 bambini di varia nazionalità lì selezionati come cavie umane per esperimenti medici compiuti dal dottor Kurt Heissmeyer nel campo di concentramento di Neuengamme presso Amburgo. Al termine dell’esperimento tutti i 20 bambini e i loro accompagnatori furono uccisi nei sotterranei della scuola amburghese di Bullenhuser Damm.

Sergio De Simone nasce a Napoli, nel quartiere Vomero, il 29 novembre 1937. Il padre, Eduardo De Simone, cattolico, è sottufficiale nella Marina Militare Italiana; la madre, Gisella Perlow, è di origine ebraica, nata a Vidrinka in Russia il 23 settembre 1904. I due si erano conosciuti a Fiume, luogo di residenza della famiglia della madre. Con il matrimonio, la coppia si stabilisce a Napoli

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Durante la guerra, con il marito lontano per il servizio militare, Gisella e il bambino decidono nell’agosto del 1943 di trasferirsi a Fiume, per sfuggire ai sempre più frequenti bombardamenti. Ma dopo l’8 settembre 1943, la zona di Fiume cade direttamente sotto la sovranità del Reich. Il 21 marzo 1944, istruiti da un delatore, i tedeschi si presentano a casa Perlow e vi arrestano 8 componenti della famiglia inclusi Gisella, il piccolo Sergio (6 anni), e le cuginette Andra e Tatiana Bucci di 6 e 4 anni. Queste ultime sarebbero state le più piccole superstiti italiane del campo di sterminio di Auschwitz.

La famiglia Perlow viene portata al campo di concentramento della Risiera di San Sabba e subito unita al gruppo di deportati che il 29 marzo partono per Auschwitz. Dopo sei lunghi giorni di viaggio il convoglio T25 giunge a destinazione. La madre e il bambino superano la prima selezione e Sergio è assegnato assieme alle cuginette nella “Baracca dei bambini.” Nel novembre 1944 Sergio è scelto dal dott. Joseph Mengele tra i venti bambini (10 maschi e 10 femmine) da inviare al campo di concentramento di Neuengamme, per essere messi a disposizione come cavie umane per gli esperimenti sulla tubercolosi del dottor Kurt Heissmeyer.

Fin dall’aprile 1944, Kurt Heissmeyer aveva condotto esperimenti medici su prigionieri di guerra russi. Come testimoniò il perito del tribunale che negli anni ’60 giudicò Heissmeyer, questi non possedeva nessuna conoscenza scientifica nel settore della immunologia e della batteriologia, ma si basava su conoscenze generiche tratte da studi già a suo tempo ritenuti inattendibili scientificamente. Ma Heissmeier era convinto che, iniettando bacilli tubercolari sottopelle alle cavie umane, si sarebbero formati focolai di infezione che avrebbero generato difese immunitarie tali da poter vaccinare contro la tubercolosi polmonare. Non si fece scoraggiare dai primi risultati negativi e, forte di influenti appoggi tra i gerarchi nazisti, insistette perché l’esperimento continuasse, questa volta con bambini ebrei.

Sergio De Simone e gli altri 19 bambini, provenienti da Francia, Paesi Bassi, Jugoslavia, e Polonia, giunsero al campo di concentramento di Neuengamme il 29 novembre 1944, proprio il giorno del compimento del suo settimo anno, accompagnati dalla dott.ssa Paulina Trocki e da tre infermiere. A Neuengamme i bambini furono affidati a quattro deportati, incaricati di prendersi cura del gruppo: i medici francesi, René Quenouille e Gabriel Florence, e due infermieri olandesi, Anton Hölzel e Dirk Deutekom. Per qualche settimana i bambini vissero un periodo di relativa tranquillità; per la riuscita dell’esperimento si richiedeva che essi fossero in buone condizioni di salute. Il 9 gennaio del 1945, il dottor Kurt Heissmeyer decise che era giunto il momento di iniziare i suoi esperimenti: ai bambini furono inoculati a più riprese i bacilli tubercolari, causando la rapida diffusione della malattia. Ai primi di marzo i bambini, ammalati e febbricitanti, vennero operati per asportare loro i linfonodi, localizzati nella zona ascellare, che secondo le teorie del medico avrebbero dovuto produrre gli anticorpi contro la tubercolosi. Di quel momento si è conservata una serie di venti fotografie, le quali mostrano, uno ad uno, ciascun bambino (incluso Sergio) rasato a zero, a torso nudo, con il braccio destro tenuto alzato a mostrare l’incisione dell’ascella.Ancora una volta gli esiti dell’esperimento furono negativi: le ghiandole linfatiche asportate vennero inviate al dottor Hans Klein, patologo della clinica di Hohenlychen, che il 12 marzo 1945 certificò a Heissmeyer che nessun anticorpo si era generato.A quel punto Kurt Heissmeyer aveva già lasciato il campo di concentramento di Neuengamme, gli Alleati erano ormai alle porte, e il comandante del campo Max Pauly si pose quindi il problema di cosa fare dei bambini. Il 20 aprile giunse direttamente da Berlino l’ordine di far sparire ogni traccia di quanto avvenuto. Nella notte tra il 20 e il 21 aprile 1945, qualche giorno prima della fine della guerra, Sergio e gli altri bambini furono trasferiti nella scuola amburghese di Bullenhuser Damm, che dall’ottobre 1944 fungeva da sezione distaccata del campo di concentramento di Neuengamme. I primi a essere uccisi furono i loro custodi, che in ogni modo fino all’ultimo avevano cercato di proteggerli e tenerli in vita con ogni cura: i medici francesi deportati, René Quenouille e Gabriel Florence, e i due infermieri olandesi, i deportati Anton Holzel e Dirk Deutekom, assieme a 6 prigionieri di guerra russi. A Sergio e agli altri bambini fu iniettata una dose di morfina e furono quindi impiccati alle pareti della stanza. L’eccidio si concluse all’alba con l’uccisione di altri otto prigionieri russi. I cadaveri furono riportati nel campo di concentramento di Neuengamme e lì cremati.

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