TERAMO. GIANGUIDO D’ALBERTO: BASTA ATTENDERE O LIMITARSI AGLI ANNUNCI. IL PERSONALE SANITARIO VA PRESERVATO, I PRESIDI OSPEDALIERI SANIFICATI NELL’INTERESSE DI TUTTI. TAMPONI A TUTTO IL PERSONALE

Quella che stiamo vivendo è sicuramente l’emergenza più dura dal secondo dopoguerra; avremo modo e tempo per riflettere sui tagli alla sanità pubblica, sui blocchi delle assunzioni, su cosa poteva essere fatto per prevenire la fase emergenziale. Oggi è il momento della responsabilità.

Forse con ritardo eccessivo, sono state messe in campo misure per ridurre al minimo gli spostamenti della popolazione, solo in casi di necessità e urgenza. Spero che in queste ore il governo dia ascolto ai sindacati e fermi quelle filiere produttive che in questo momento non sono essenziali e quindi potrebbero portare come unico effetto una maggiore diffusione del virus. Per il bene di tutti restino, a casa tutti questi lavoratori.

Anche la Regione Abruzzo si attivi per andare nella direzione auspicata.

Ora, però, la vera emergenza sta diventando un’altra, come testimoniano le prese di posizione praticamente di tutti i sindacati di categoria.

Quanto si sta verificando in queste ore nei Presidi Ospedalieri della nostra Provincia, anche alla luce della gravissima situazione emersa nel reparto di Oncologia dell’Ospedale Mazzini, è inammissibile: il personale sanitario non è carne da macello, sono uomini e donne eroi di questo tempo ma non angeli votati al martirio; sono soldati in trincea, in questa guerra invisibile e senza armi: preservare loro significa preservare la sanità pubblica e con essa tutti noi cittadini.

Non è possibile andare avanti come fatto fin ora, con pochissimi tamponi, effettuati spesso in modo estemporaneo, i cui esiti si vengono a sapere con giorni di ritardo, con personale costretto a continuare ad erogare prestazioni senza sapere prima di tutto il proprio stato di salute.

Meglio tutelare la salute di eventuali operatori positivi, o comunque eccessivamente esposti, mettendo gli stessi in quarantena o in assistenza domiciliare, piuttosto che esporre i Presidi Ospedalieri a diventare potenziali e pericolosissimi focolai. Ne va della salute di tutti, da ciò dipende l’esito della sfida epocale che stiamo affrontando.

Lo vogliamo dire formalmente con chiarezza e determinazione: la soluzione deve essere quella di tamponi a tutto il personale che in questi giorni ha lavorato negli ospedali: medici, infermieri, OSS, addetti alle pulizie, a chiunque operi a vario titolo nelle strutture ospedaliere, con priorità ovviamente a tutti coloro che sono stati più esposti e a contatto con i pazienti e i colleghi risultati affetti da COVID-19. Il rischio è che troppo personale sanitario risulti positivo? Il nostro dovere è tutelare tutti noi, a cominciare da chi può essere più esposto. Meglio un personale ridotto ma sano, che un personale a pieno organico ma malato.

L’IZS, che ringrazio per il lavoro encomiabile che sta portando avanti, oltre che per aver dimostrato ancora una volta la straordinaria eccellenza di tutto il suo personale, si occuperà in maniera prioritaria di elaborare i risultati di tali tamponi, nel tempo più breve possibile. Questo al fine di individuare eventuali casi e procedere immediatamente alla sanificazione degli ambienti degli ospedali interessati. Gli ospedali oggi rappresentano la prima frontiera di questa guerra: non possiamo permetterci di perderla, dobbiamo fare l’impossibile per difenderla.

Allo stesso modo, ritengo indispensabile, finché siamo ancora in tempo, procedere con cerchi concentrici a fare tamponi al maggior numero possibile di cittadini, partendo dai casi sintomatici ed allargandosi a famigliari, amici, vicinato. Solo andando a scovare tutti i casi positivi, compresi gli asintomatici, riusciremo a contenere davvero questa pandemia.

La sanità territoriale deve recuperare un ruolo centrale per mappare il virus ed evitare il collasso dei presidi ospedalieri. Non lo dico io, ma il prof. Crisanti, consulente della regione Veneto dove si registra il più basso tasso di mortalità.

Per fare questo è necessario un intervento diretto, forte, della Regione e della ASL di Teramo, se serve anche nominando un consulente scientifico che possa guidare e dirigere “sul piano sanitario” questa fase emergenziale. Dedichiamo tutte le risorse, umane e finanziarie a questo, anche attraverso una figura di direzione e guida “sanitaria” che possa coordinare e guidare questa fase di straordinaria e grave emergenza, che non può certo essere trattata secondo i canoni di una gestione ordinaria.  

Gianguido D’Alberto

Sindaco di Teramo

Presidente del Comitato ristretto dei Sindaci

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