“Il settantantesimo anniversario dalla fondazione della Repubblica italiana ci ricorda anche che la volontà popolare, per la prima volta nella storia, fu espressa da tutta la popolazione femminile e maschile quel 2 giugno del 46-ha dichiarato il consigliere provinciale Felicia Mazzocchi-. Il cosiddetto suffragio universale che si realizza dopo un faticoso e lungo percorso compiuto fra tanti ostacoli, forti manifestazioni di volontà delle donne e periodi critici della storia d’Italia ancor prima della sua unità. Se riuscissimo a calarci nella società di quei tempi, nei costumi, nelle regole, forse capiremmo la forte spinta di coscienza all’ottenimento di una equiparazione tutt’oggi complicata. In questa vittoria però mi preme rilevare che l’estensione del diritto di voto alla donna, presente anche nel programma politico del Partito Popolare di don Luigi Sturzo nel secondo decennio del 1900, ha sancito, per la donna, anche la possibilità di elettorato attivo, di partecipazione attiva, quindi, all’esercizio diretto del ruolo politico, l’eleggibilità . Ma se mi volto indietro ripercorrendo la stessa strada, tortuosa e tracciata in un tessuto sociale e ambientale in continuo cambiamento, mi dolgo notare come quella stessa fortissima volontà di partecipazione alla scena politica del Paese, e per ogni livello amministrativo, non ha provocato nella donna uno stimolo diffuso alla partecipazione attiva, pur nella innegabile e reale distinzione dal ruolo maschile. Lo sfociare attuale nella “forzatura” delle cosiddette quote rosa è in sè una sconfitta femminile, una corda lanciata dallo Stato per far salire la donna negli scranni della politica e non una spontanea ricerca della donna alla partecipazione, doverosa, alla vita politica, manifestando nei luoghi del potere le proprie immense capacità di gestione, che sono le stesse spese all’interno della famiglia, primo nucleo sociale. Certo l’organizzazione della nostra società non ci aiuta e le difficoltà sono innegabili, ma noi donne siamo sicuramente più abituate alla fatica, a tenere bada su più fronti e se presenti in maggior numero nei centri di potere decisionale possiamo essere fautrici del miglioramento a misura femminile. In poche si annaspa. Ed io che rappresento insieme a pochissime altre l’altro sesso vi garantisco che c’è uno spazio immenso da occupare con la competenza che molte di noi hanno il dovere di mettere al servizio dei cittadini. Coraggio nell’impegno attivo amiche. C’è bisogno-ha concluso Mazzocchi- di tante di noi e la battaglia condotta in più di un secolo avrà davvero prodotto frutti utili all’innalzamento del livello politico locale e nazionale.”