La città de L’Aquila, distrutta in un sol attimo, storia, arte, cultura, vita, speranze. 309 i morti, circa 1600 feriti di cui 200 gravissimi ricoverati negli ospedali di Teramo, Avezzano, Chieti, Pescara, Ancona, Roma, Rieti, Foligno e Terni, circa 65.000 gli sfollati, alloggiati momentaneamente in tendopoli, auto, alberghi lungo la costa adriatica. Numerose le persone estratte vive dalle macerie, anche dopo molte ore dalla scossa principale, tra cui Marta Valente, 24 anni di Bisenti, studentessa di Ingegneria, salvata dopo 23 ore, Eleonora Calesini, 21 anni di Mondaino, estratta dopo 42 ore, nonché Maria D’Antuono, 98 anni di Tempera, trovata viva dopo 30 ore, che ha dichiarato di aver trascorso il tempo lavorando all’uncinetto. Il terremoto è stato avvertito su una vasta area comprendente tutto il Centro Italia, fino a Napoli, causando panico tra la popolazione, e inducendola a riversarsi in strada. La regione più colpita è stata l’Abruzzo, seguita dal Lazio. Alcuni lievi danni sono stati riscontrati nella zona di Ascoli Piceno, nelle Marche. Secondo le stime inviate dal Governo Italiano alla Commissione Europea per accedere al Fondo Europeo di Solidarietà, il danno ammonta a circa 10,212 miliardi di euro avendo il sisma colpito direttamente una città e non una semplice zona rurale. La Protezione Civile dichiara colpita dal sisma un’area, o cratere sismico, che comprende tutti i comuni in cui il terremoto ha fatto sentire i suoi effetti dal 6º grado in su della Scala Mercalli, lista di comuni che viene poi allargata di qualche unità dopo protesta di alcuni che dichiarano di aver subito danni rilevanti. Al 9 agosto 2009 secondo la Protezione Civile gli sfollati erano 48.818, di cui 19.973 presso 137 tendopoli (in 5.029 tende), 19.149 in alberghi e 9.696 presso case private. A questi vanno aggiunte 273 persone presenti in 9 campi spontanei. Al 14 novembre 2009 il numero degli sfollati risultava pari a 21.874, di cui 671 in 17 tendopoli, 13.224 presso strutture alberghiere (delle quali 8.832 fuori della provincia dell’Aquila) e 7.979 in case private. Vi sono poi 4.764 persone che hanno avuto una sistemazione nelle C.A.S.E. e 480 nei M.A.P. Al 22 gennaio 2010 il numero degli sfollati risultava pari a 10.128, di cui 1.123 nelle caserme di Coppito e Campomizzi, 8.905 presso strutture alberghiere (delle quali 6.195 fuori della provincia dell’Aquila) cui vanno aggiunte le 12.056 persone che hanno avuto una sistemazione provvisoria nelle C.A.S.E. e le 2.362 che l’hanno avuta nei M.A.P. Il sisma ha apportato danni notevoli al patrimonio storico-artistico di cui era particolarmente ricca la città dell’Aquila; tutte le chiese (più di un centinaio), a partire dalle più importanti basiliche, sono state dichiarate immediatamente inagibili per lesioni o crolli importanti assieme a palazzi storici nel centro storico compreso il Forte spagnolo, uno dei simboli della città. Alla luce dei danni e delle vittime il sisma risulta il quinto terremoto più distruttivo in Italia in epoca contemporanea dopo il terremoto di Messina del 1908, il terremoto di Avezzano del 1915, il terremoto del Friuli del 1976 e il terremoto dell’Irpinia del 1980. Il sisma ha portato via per sempre 309 persone, di cui 287 italiani, 6 macedoni, 5 romeni, 2 cechi, 2 palestinesi, 2 ucraini, 1 greco, 1 francese, 1 israeliano, 1 argentino ed un peruviano. I feriti 1178.
” nel silenzio del luogo le luci animano la notte, la vita frenetica della città si placa, è sera. In una notte come tante, dove l’odore della Pasqua anima le menti, il luogo diventa l’inferno, la nube avvolge le urla. La città scompare, sgretolata in un botto lancinante, il graffio del dolore scava nei corpi una ferita perenne,immane. ” ( Cicchetti Ivan )