Meteo. Le cause della grandine grossa sulla fascia adriatica e dei locali nubifragi in Abruzzo


Meteo. Il grande calore o energia termica accumulatasi in loco grazie alla subsidenza atmosferica e trasportato dal promontorio in quota di matrice Subtropicale noto come l’Anticiclone nord-africano che ha reso il corso dell’Estate, decisamente caldo e siccitoso, su molte zone delle penisola rappresenta, per l’appunto, aria calda nord-africana che rende il mare più caldo della norma e ne scorre al di sopra, accrescendo l’afa o l’umidità sulla fascia costiera. Questa grande energia termica o calore nonché umidità, viene poi sprigionata, come riferito da molti e da me (appassionato meteo), nelle precedenti interviste, al primo afflusso più fresco, in genere di origine atlantica, facendo nascere sempre più violenti moti convettivi, ossia ascensionali e discensionali, i quali, a loro volta, innescano violenti temporali con precipitazioni localmente grandinigene e a carattere di nubifragio, accompagnati da eventi tornadici e da forti raffiche di vento discensionali o downburst.

Grazie ad Abruzzo Meteo e alle stazioni meteo di Caput Frigoris, i dati degli accumuli pluviometrici tra costa adriatica e zone pedemontane ed interne abruzzesi:

Vasto (Punta Penna)**  138 mm

Pescara (ITIS di Marzio)*  125,4 mm

Spoltore (Santa Teresa)* 89,6 mm

Ortona (Chieti)*  88,9 mm

Francavilla al Mare (S.Leonardo) 71,8 mm

Avezzano Est (L’Aquila)*** 60,6 mm 

Poggio Picenze (L’Aquila)**** 50 mm

(1 mm corrisponde ad 1 litro di acqua su un metroquadrato).

Da questa immagine radar sottostante, il sistema temporalesco a Supercella (in viola) rappresentato da cumulonembi con mesociclone in rotazione, mentre interessa la costa abruzzese.

La situazione è stata alquanto “esplosiva”, i moti convettivi, ossia anche le correnti ascensionali, sono divenuti piuttosto violenti, da generare chicchi di grandine di grandi dimensioni sulla fascia adriatica abruzzese: le correnti ascensionali e discensionali notevoli, sono riuscite a sorreggere per un periodo di tempo più lungo del previsto precipitazioni particolarmente pesanti da non reggere alla gravità, cosicché esse salendo e scendendo, si sono aggregate ancora di più con altre, merito l’aria caldo-umida presente nei bassi strati e il calore latente di condensazione, che le ha permesso di raggiungere quote della Troposfera piuttosto elevate, in modo tale che abbiano ripreso subito a ghiacciare, unendosi ad altre gocce sopraffuse e ai cristalli di ghiaccio. 

Nell’immagine soprastante, un’istantanea del video girato mercoledì 10 Luglio 2019 alle 14.50, in Via XX Settembre ad Avezzano (AQ), colpita da un nubifragio lampo o “flash flood”, scaturente da un temporale, localmente di forte intensità.

La siccità, ripeto, è stata il risultato di un’atmosfera stabile e rovente per un mese intero. Il mare da più freddo è diventato più caldo e sulla costa sono cresciuti anche i tassi di umidità, il risultato è stata la grandine così abnorme. Mercoledì, specie le regioni adriatiche, sono state interessate da un fronte freddo o perturbazione piuttosto intensa di origine atlantica, il sistema temporalesco ha incontrato tutta quella energia termica imprigionata dalla precedente subsidenza atmosferica in loco e si è rinvigorito: sono nati quindi violenti temporali o supercelle, muniti di forti correnti ascensionali e discensionali. L’altro ramo del sistema temporalesco ha interessato proprio il Lazio e la Marsica, insomma tutto il versante tirrenico, dando luogo a rovesci anche a carattere di nubifragio lampo, ossia piogge simili torrenziali che scaricano una grande quantità di mm al m2 o di tonnellate d’acqua in pochissimo tempo, come avviene con i monsoni umidi.

rc 

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