Il tragico evento di Castel di Sangro (AQ), dove un’orsa è stata investita da un automobilista e uccisa, è una perdita incalcolabile per il futuro della specie in Appennino.”Una giovane femmina con un cucciolo, in una zona periferica dell’areale, rappresentava una speranza concreta per l’espansione in nuovi territori- afferma Dante Caserta, vicepresidente del WWF Italia-. Facciamo un appello accorato a tutte le persone di buona volontà: in tutta l’area di presenza attuale o potenziale dell’orso (quindi in tutto l’Abruzzo montano e le zone limitrofe di Lazio e Molise) è fondamentale che i guidatori rispettino i limiti di velocità, in particolare nelle ore serali e notturne.
Il futuro dell’orso bruno marsicano è appeso a un filo e dipende anche da ciascuno di noi”.Ma accanto alla buona volontà delle persone, servono azioni urgenti e inderogabili delle istituzioni preposte per la messa in sicurezza delle infrastrutture, proprio a partire dalle strade. Negli ultimi anni, infatti, sono stati ben 6 gli orsi deceduti per incidenti stradali, 2 solo nel 2019.”Dopo ogni investimento ci siamo addolorati, abbiamo parlato di grave perdita, abbiamo ipotizzato interventi.
Ma in concreto quanto è stato fatto? Quanti dissuasori sono stati montati? Quanti autovelox? Quante campagne di informazione per gli automobilisti sono state messe in atto? Le cose da fare sono tante, e non ci si nasconda dietro la mancanza di fondi perché gli enti, in particolare le Regioni, hanno avuto negli ultimi anni ingenti risorse derivanti dalla programmazione europea, come i FAS e i POR FESR. E ovviamente non ci si spiega come i fondi per progetti come gli impianti sciistici, si trovino sempre, mentre quelli per progetti di messa in sicurezza del territorio che servono ai cittadini e alla salvaguardia dell’orso paiono sempre impossibili da reperire”, aggiunge Dante Caserta. Ad Anversa degli Abruzzi e in Molise, con l’appoggio di ANAS, il WWF ha installato dissuasori in chilometri di strade- uno degli interventi che rientrano nella campagna WWF ‘Orso 2×50’, per raddoppiare la popolazione di orso marsicano entro il 2050- così come fatto da altre associazioni dentro e fuori dal Parco d’Abruzzo in collaborazione con le stesse aree protette, che hanno redatto e messo in campo anche progetti europei come il LIFE “Strade” e “SafeCrossing”.
Ma interventi isolati non bastano: serve un progetto complessivo di messa in sicurezza del territorio, dove ogni ente sì prenda la responsabilità di quello che gestisce, e bisogna farlo in tutto l’areale di espansione dell’orso perché è lì che si giocherà l’aumento della popolazione.Il WWF chiede quindi che la Regione Abruzzo, insieme a Lazio, Molise, Ministero dell’Ambiente e Ministero dei Trasporti, in collaborazione con ANAS e sotto il coordinamento dell’Autorità di Gestione del PATOM (Piano d’Azione per la Tutela dell’Orso Marsicano), si riuniscano urgentemente in tavolo di lavoro congiunto per avviare al più presto i lavori di messa in sicurezza, con fondi ad hoc da individuare nella prossima legge di bilancio in aggiunta a quelli già disponibili. “Noi siamo a piena disposizione per supportarli con le nostre forze e risorse. Il traffico veicolare lungo le strade che l’orso è obbligato ad attraversare nei suoi spostamenti è il pericolo che più può complicare l’espansione dell’orso, ma è anche quello che con una buona pianificazione e investimenti tecnologici può essere ridotto con successo, ed è quindi la sfida su cui misurare la reale volontà di dare un futuro a questo animale permettendogli di colonizzare stabilmente aree idonee dell’Appennino- conclude il vicepresidente del WWF Italia-. Non c’è più tempo da perdere per l’orso marsicano”.Un ringraziamento speciale va al personale del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, del Parco Nazionale della Majella e della Riserva del Monte Genzana che insieme alle forze dell’ordine stanno monitorando il piccolo che era insieme alla mamma, sacrificando le proprie ferie natalizie. Anche da questo cucciolo di meno di un anno passa il futuro dell’orso marsicano.