ERA IL 2 APRILE DEL 2005
Il 2 aprile di 15 anni fa, dopo una lunga malattia vissuta offrendo una straordinaria testimonianza, moriva San Giovanni Paolo II. Nonostante molte sofferenze vissute e la lunga malattia, Karol Wojtyla dava sempre la sensazione a chi lo incontrava di essere un uomo in pace e pieno di gioia. Giovanni Paolo II ha sempre trovato nelle esperienze di sofferenza, di dolore, una dimensione di speranza, di speciale occasione di incontro con il Signore. La sua forza erano i giovani, “VI HO CERCATO, ADESSO VOI SIETE VENUTI DA ME E PER QUESTO VI RINGRAZIO”. Queste parole, pronunciate a gran fatica, sono le ultime che Giovanni Paolo II ha rivolto ai giovani, molti dei quali vegliavano sotto la sua finestra in piazza San Pietro, prima della sua morte. Dopo averli cercati ed incontrati in tutti i continenti i giovani sono andati da Wojtyla per accompagnarlo nel suo viaggio più importante. È un nuovo e definitivo mandato quello che il Pontefice ha consegnato ai giovani nelle sue ultime ore e che riassume un’amicizia lunga quasi 27 anni. Con la sua vita vissuta sull’impronta del Vangelo, Giovanni Paolo II lascia ai giovani un forte testamento spirituale che non può e non deve essere disperso. Il santo padre, tanto che amava i giovani che volle tutte le forze, l’associazione giovanile PAPA BOYS, fondata per sua volontà.
Papa Giovanni Poalo, all’epoca Karol Józef Wojtyła, nasce a Wadowice il 18 maggio del 1920. Fu eletto papa il 16 ottobre 1978. In seguito alla causa di beatificazione, il 1º maggio 2011 è stato proclamato beato dal suo immediato successore Benedetto XVI e viene festeggiato annualmente nel giorno del suo insediamento, il 22 ottobre; nella storia della Chiesa, non accadeva da circa un millennio che un papa proclamasse beato il proprio immediato predecessore. Il 27 aprile 2014, insieme a papa Giovanni XXIII, è stato proclamato santo da papa Francesco. Primo papa non italiano dopo 455 anni.
“Non abbandonatevi alla disperazione. Siamo il popolo della Pasqua, e Alleluia è la nostra canzone.” Papa Giovanni Paolo II