In attesa che L’Aquila diventi Capitale della cultura 2026, vi invitiamo a non perdere alcuni eventi significativi in città, tra cui la mostra Diario Notturno. Di sogni, incubi e bestiari immaginari in esposizione al Maxxi fino al 12 maggio 2024. La kermesse, a cura di Bartolomeo Pietromarchi con Chiara Bertini e Fanny Borel, riunisce le opere di 13 artisti contemporanei, tutti giovanissimi tra i 30 e i 40 anni.
Bea Bonafini, Thomas Braida, Guglielmo Castelli, Giulia Cenci, Caterina De Nicola, Anna Franceschini, Diego Marcon, Wangechi Mutu, Valerio Nicolai, Numero Cromatico, Agnes Questionmark, Jon Rafman e Alice Visentin, sono i nomi degli artisti selezionati. A loro si unisce un percorso speciale di Giuseppe Stampone in dialogo con le fotografie di Scanno della Collezione Pomilio.
Il titolo Diario notturno prende le mosse dall’opera omonima del grande scrittore Ennio Flaiano, noto per i suoi aforismi e i concetti di ironia fulminante. L’estensione del titolo Di sogni, incubi e bestiari immaginari ci riporta invece alle illusioni oniriche che i 13 artisti hanno dovuto reinterpretare in chiave contemporanea. Le opere in esposizione trasferiscono concetti attuali ad un sostrato immaginario che permette loro di realizzare opere chimeriche e sognanti, fondendo suggestioni e visioni.
Segnaliamo, tra le altre, Draco Piscis (2023) di Agnes Questionmark, in cui l’idea di un uomo acquatico alberga nelle visioni dell’artista fino a generare un ampio elemento ricurvo, quasi una spina dorsale, sulla quale inseriscono le squame di una creatura marina. Un’identità sommersa e irreale che riferisce sulla complessità della vita umana e sulle sue possibili trasformazioni nel corso del tempo.
Resterai con me per tutta la notte (2023) di Numero Cromatico, riflette sul mondo artificiale proponendo una tenda costituita da intarsi bianchi e neri su cui vengono riprodotti elementi antropomorfi.
Di grande impatto anche The End of Eating Everithing (2013) di Wangechi Mutu che riprende temi della corrente afrofuturista collegati alle rivendicazioni dei neri americani sulla possibilità di godere degli stessi diritti dei bianchi. L’opera mostra diversi volti femminili fantastici, caratterizzati da una curiosa protuberanza sulla testa. L’occasione è quella di criticare lo sfruttamento indiscriminato della Terra a cui la nostra contemporaneità ci ha abituato.
Thomas Braida con Ufo Mountain (2022) introduce l’elemento cacofonico di un ufo all’interno di un paesaggio montano dai contorni innevati. Braida, che è legato alla galleria abruzzese Monitor, non smette di stupire con le sue suggestioni che richiamano la calma presente in un universo di conflitti.
Alice Visentin in Planete (2021) utilizza dischi di carta dipinti e sospesi, in cui la realtà viene trasformata secondo un universo fantasioso.
A completare il percorso le opere dell’artista Giuseppe Stampone. Con l’uso sapiente della penna bic, Stampone ripropone atmosfere colme di prospettive che ben si accostano al portato antropologico e culturale delle foto di Scanno. Gli scatti del centro abruzzese, con cui Stampone riannoda i legami, appartengono a illustri fotografi che hanno subito il fascino del borgo immortalandone ambientazioni e figure: Gianni Berengo Gardin, Mimmo Jodice, Henri Cartier – Bresson, sono solo alcuni dei fotografi le cui opere appartengono alla Collezione Pomilio.
Il Maxxi dell’Aquila, affiliato al più noto Maxxi romano, è ospitato in Palazzo Ardinghelli, splendido edificio costruito tra il 1732 e il 1743 da Francesco Fontana. L’edificio sorge davanti alla chiesa di Santa Maria Paganica che mostra ancora le impalcature e le protezioni del post sisma.
Qui le info per prenotare, non mancate!
Marianna D’Ovidio