Tra gli obiettivi futuri, procedure sulle modalità d’uso del cellulare che presentano generalmente elevate quantità di microrganismi.
AVEZZANO – Formazione di 160 operatori sanitari di 19 reparti, attraverso filmati e dimostrazioni pratiche, 109 test di verifica sul personale, 17 incontri formativi e, infine, varo di precisi protocolli, soprattutto per le sale operatorie: così, in un anno, l’ospedale di Avezzano ha creato ex novo e messo a regime uno specifico servizio contro le infezioni ospedaliere che in Italia colpiscono circa 500mila pazienti su 9 milioni e mezzo di ricoverati. Una percentuale tra il 5 e il 17% dei pazienti ospedalizzati si ammala ogni anno di un’infezione e il 3% ne muore, soprattutto di polmoniti, setticemie e infezioni da catetere. L’ospedale di Avezzano è stato tra i pochi in Regione ad aver avviato una struttura organizzata per affrontare seriamente, senza l’improvvisazione che spesso si registra in questo campo, un fenomeno che provoca 500 milioni di euro di costi sanitari l’anno. La direzione sanitaria dell’ospedale varò questo modello formativo-operativo esattamente il 5 maggio dello scorso anno, data in cui si celebra la giornata mondiale dell’igiene delle mani. E proprio oggi, nella ricorrenza dell’evento, sono stati illustrati i risultati raggiunti alla presenza, tra gli altri, del direttore sanitario aziendale, Maria Teresa Colizza, del direttore sanitario dell’ospedale di Avezzano, Lora Cipollone e del dr. Maurizio Paoloni, direttore del reparto di malattie infettive. La resistenza degli agenti patogeni alle cure antiobiotiche è stato uno degli argomenti principali trattati nel corso della illustrazione di ciò che è stato fatto e di ciò che si intende fare nei prossimi mesi per contrastare il rischio infezioni. Tra le azioni future da intraprendere per migliorare i risultati raggiunti spiccano quelle sull’uso del cellulare durante l’assistenza. Si tratta di un aspetto importante: sui telefonini, infatti, sono presenti microrganismi che, per quantità e tipologia, sono analoghi a quelli attivi sulla tavoletta del water di un bagno pubblico. Durante il primo anno di avvio e rodaggio del nuovo servizio sull’igiene delle mani, oltre alla collocazione in ospedale di circa 200 erogatori disinfettanti in stanze di degenza e corridoi, sono stati coinvolti personale e direttori di reparti e, a seguire, i familiari dei parenti che visitano i ricoverati. Si è lavorato sull’obiettivo di allargare sempre più la ‘platea’ degli operatori sanitari dell’ospedale sull’adozione delle giuste regole, al fine di ridurre la trasmissione di microorganismi responsabili delle infezioni. Si sono svolti 17 incontri per informazione-formazione del personale e successivamente sono state compiute verifiche per valutare lo stato di attuazione delle procedure messe a punto: oltre all’accurato lavaggio della mani, uso e caratteristiche dei prodotti disinfettanti, impiego delle preparazioni alcoliche e, per la Rianimazione, confezioni tascabili personali di prodotti antisettici nonché contenitori di gel idroalcolico per ciascun letto del reparto. Nel processo di formazione e attuazione del progetto sono stati coinvolti i reparti di: Ostetricia, Pediatria, Rianimazione, Utic/Cardiologia, Geriatria, Chirurgia, Medicina, Otorino/Urologia, Oculistica, Chirurgia Vascolare, OBI/Pronto soccorso, Malattie Infettive, Oncologia, Neurologia, Radiologia, Dialisi, Allergologia, Diabetologia. 159 gli operatori istruiti sulle pratiche dell’igiene delle mani: 50 Medici, 71 Infermieri, 5 Ostetriche, 25 OSS/OTA e 8 tecnici di radiologia medica. Nell’agosto scorso, per verificare l’attuazione dei protocolli predisposti, è stata effettuata una rilevazione microbiologica sulle mani del personale attraverso l’utilizzo di piastre e tamponi, prima e dopo l’igiene delle mani: 109, complessivamente, i riscontri compiuti.