Voto Estero. Nel bunker del Pentagono italiano, anche la nostra Alina Di Mattia

13mila persone in 48 mila metri quadrati a pochi km da Roma. Viene chiamato il “Pentagono” del voto all’estero. E’ in questo bunker militarizzato della Protezione civile di Castelnuovo di Porto, che sono confluiti i voti dei nostri connazionali residenti all’estero.
Negli ultimi due giorni, 200 voli diplomatici provenienti da 177 Paesi con a bordo le 300 bolgette sigillate, sono atterrati a Fiumicino. La circoscrizione con più elettori è stata quella di Londra con 240.000 voti, quella più piccola invece è nel Regno di Tonga, in Polinesia, con 6 schede elettorali.
Terminato il compito della Farnesina, la staffetta è passata ai funzionari della Corte d’Appello, l’ufficio cui fa capo la Circoscrizione Estero. I plichi infatti, sotto il controllo di Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza, sono stati trasferiti al fortino di Castelnuovo di Porto, dove già dalle prime ore dell’alba è partita la macchina organizzativa. Lo scrutinio inizierà stasera alle 23, in contemporanea con quello nazionale.
La Sala Stampa, è già stata allestita per gli exit poll. E’ prevista la presenza di circa 200 giornalisti.
A garantire la correttezza e la trasparenza del voto elettorale degli italiani all’estero, tra gli altri pubblici ufficiali scende in campo anche una collaboratrice del nostro giornale, Alina Di Mattia, che abbiamo raggiunto al telefono.
«La tensione è molto alta poiché sono voti decisivi per la vittoria o l’attribuzione del premio di maggioranza. Memori delle irregolarità denunciate durante il Referendum Costituzionale del 2016, stiamo procedendo con estrema attenzione e cautela. Ci aspetta una lunghissima notte» ci racconta. «In queste ore stiamo passando al vaglio oltre un milione e mezzo di schede elettorali. Avremo i risultati definitivi solo domani. La Legge Tremaglia? Va modificata urgentemente. E’ uno sforzo economico che il nostro Paese non può più permettersi» ha concluso Alina.

 

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