Il Peperone dolce di Altino è di origini slave balcaniche, la tradizione è legata alla coltivazione ed alla lavorazione, del peperone dolce utilizzato per insaporire molte ricette della cucina locale.Nel XV secolo quando le prime popolazioni provenienti dai Balcani cominciarono ad insediarsi nella zona della provincia di Chieti, e dunque anche nel bel paese che domina la Valle dell’Aventino, portando con sé prodotti come la paprika ed usanze ad essi legati, come quella di ridurre i peperoni in polvere, proprio come si fa anche con questa particolare varietà abruzzese. Ancora oggi il gustoso ortaggio dal vivace colore rosso ravviva i mercati abruzzesi con le lunghe collane appese ai banchi e arricchisce di sapore i piatti della tradizione altinese, e proprio per questo la loro produzione viene promossa, tutelata e salvaguardata dall’Associazione del Peperone Dolce di Altino Oasi di Serranella e dalla Fondazione Slow Food che ha fatto dei Peperoni Dolci di Altino un suo Presidio. Per promuovere questo prodotto così antico e così prelibato, ogni estate nel centro del paese si celebra un festival ad esso dedicato durante il quale le contrade si sfidano a suon di piatti sfiziosi ed originali ricette a base di peperone. Queste bacche gustose, infatti, rendono ogni pietanza una vera prelibatezza. Quelle essiccate vengono, generalmente, sbriciolate sui primi piatti o su pietanze a base di carne di maiale o di baccalà. Mentre quelle ridotte in polvere vengono utilizzate anche per preparare i numerosi insaccati della tradizione locale, come la ventricina del Vastese, o come ingredienti per la pasta e per il pane, ai cui impasti donano un caratteristico colore rosso. Il Peperone Dolce di Altino è anche uno dei protagonisti della ricetta tradizionale abruzzese della Pizz e Foje. Sono, dunque, buonissimi: dolci e intensi allo stesso tempo. Hanno, inoltre, un magnifico colore rosso vivo, la caratteristica forma a corno, e un aroma speciale che si riversa in ogni piatto quando, una volta essiccati, vengono sbriciolati sulle pietanze oppure ridotti in polvere ed utilizzati come condimento, proprio come si fa con la paprika. Localmente chiamati anche “paesanalli” e “a cocce capammonte” (che significa “a testa all’insù”) per la posizione del frutto che si presenta rivolto verso l’alto, i Peperoni Dolci di Altino hanno ottenuto anche la tutela del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali che li ha inseriti nell’elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT). All’inizio del mese di agosto, il peperone giunge alla massima maturazione, acquisendo il caratteristico colore rosso acceso. Ed è proprio in questo mese, dunque, che si procede al raccolto e a creare le tipiche collane chiamate “crolli” che si ottengono infilzando le bacche con un ago e dello spago all’altezza del peduncolo. I peperoni vengono, quindi, lasciati essiccare per qualche giorno all’aria e, quando hanno perso ogni traccia di umidità, vengono leggermente tostati in forno o passati velocemente nell’olio bollente. Per ottenere, invece, la saporita polvere non manca chi ancora li pesta negli antichi mortai chiamati “piloni”.
Si ritrova questa specialità autoctona anche in Calabria.
( Cicchetti Ivan )