Alla scoperta del bunker Atletico: intervista a Giovanni Allegritti

Nel grande torneo fin qui disputato dalla squadra rossoblu nel girone B di seconda categoria, oltre alle grandi goleade messe a segno dal reparto avanzato, guadagna la copertina la retroguardia difensiva che ha trovato in Allegritti uno dei migliori interpreti. Gli abbiamo rivolto qualche domanda sul momento dell’Atletico Civitella Roveto, sulle aspettative e le speranze per questa stagione.

 

Sei diventato uno dei punti di riferimento dell’Atletico capolista. Solo otto gol subiti in quindici turni di campionato. Quale è il segreto di questa difesa insuperabile?

Sicuramente credo di aver raggiunto una certa maturità calcistica, se non sbaglio anche l’anno scorso abbiamo chiuso con la miglior difesa del campionato. Il segreto sta nel gruppo, ho dei compagni di reparto di livello con cui mi trovo a meraviglia; in più siamo complementari, ovvero ognuno riesce a sopperire alla mancanza dell’altro.

Con Di Curzio out hai preso in mano le redini della difesa. Ti senti un leader di questa squadra?

Si, mi sento un leader in un gruppo di leader: non è un gioco di parole, in questa squadra siamo tutti fondamentali ma nessuno insostituibile, come dimostrato nella partita di domenica con Marruvium.

Cosa rappresenta per te questo gruppo?

È un gruppo con il quale non esiste solo un rapporto calcistico: può sembrare esagerato parlare di “famiglia”, ma non mi vengono in mente altri termini per definire questa realtà.

L’Atletico è reduce dalla vittoria con Marruvium ed affronterà prima Plus Ultra e poi Lo Schioppo. Quali sono le tue aspettative per questi due incontri?

La nostra è una squadra che da inizio campionato scende in campo per vincere le partite ed abbiamo la forza e la consapevolezza per fare bottino pieno anche nelle prossime due; non abbiamo paura di nessuno.

L’Atletico è avanti sette punti dalla seconda in classifica. Secondo te il discorso campionato è già chiuso?

Siamo una squadra talmente scaramantica che se un giorno dovesse arrivare la matematica saremo ancora lì a fare gli scongiuri. Sicuramente il distacco c’è ed è importante, ma il nostro obiettivo è quello di aumentarlo, a partire da domenica ci aspettano dieci finali.

Quale è l’attaccante del campionato che ti ha impressionato di più?

Giocando in una squadra che ha segnato 52 reti dico che gli attaccanti più forti, fortunatamente, li ho marcati in allenamento: Tolli, Alfano, Sabatini e Di Fabio sono giocatori di altissimo livello.

Cosa è cambiato dallo scorso anno in casa Atletico?

Direi la mentalità, la squadra già era forte l’anno scorso e in questa stagione è cambiato l’approccio alle partite con le squadre di media-bassa classifica; le goleade messe a segno ne sono la prova.

Ripensi al rigore fallito nella semifinale playoff contro Celano? Quell’errore può essere considerato il punto di partenza per questa grande stagione?

Sicuramente è stato il momento più duro da quando gioco a calcio, mi sento di aver deluso un paese intero anche se poi effettivamente riconosco di aver sempre messo anima e corpo per la causa e le dimostrazioni di affetto di tifosi e compagni di squadra mi hanno aiutato a risollevarmi. L’errore del rigore è stata una componente importante che mi ha spinto a fare bene e a lasciare ogni domenica l’anima sul campo. Non voglio solo giocare, ma bensì spingere i miei compagni e l’intero paese a raggiungere l’obbiettivo comune, ovvero vincere il campionato.

 

A cura di Alessandro Mariani

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