Nei giorni scorsi sono apparse, su diversi organi di stampa, notizie su una competizione di Enduro, una tappa del campionato italiano 2019, in programma i prossimi 2 e 3 marzo a Gioia dei Marsi.
Dalle informazioni riportate, non emerge quale sia l’itinerario previsto dalla gara ma, data la natura dell’iniziativa, si può facilmente dedurre che interesserà passaggi su piste naturali e al di fuori dei percorsi delle infrastrutture stradali. Ipotesi confermata dalla documentazione fotografica postata dagli organizzatori sui canali social e relativa alla sistemazione del percorso.
Su questa gara WWF, Altura e LIPU, a firma dei rispettivi responsabili regionali Luciano Di Tizio, Fabio Borlenghi e Stefano Allavena, hanno inviato ieri una nota congiunta ai Carabinieri Forestali, alla Regione, ai vertici del Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, al Comune di Gioia dei Marsi e, per conoscenza, al Ministero dell’Ambiente.
Nel testo le tre associazioni ambientaliste scrivono: “Da quanto deducibile, l’itinerario prestabilito per la competizione prevede il passaggio con mezzi motorizzati, su torrenti, pozze di fango, boschi e pietraie, in un periodo dell’anno particolarmente delicato per la flora e per la fauna, come quello della imminente stagione riproduttiva. Il territorio comunale di Gioia dei Marsi, area nella quale avverrà la gara di enduro, è in parte ricadente nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e negli omonimi SIC IT7110205 e ZPS IT7120132. Non avendo informazioni circa la localizzazione della competizione, né del percorso che verrà seguito, non si hanno elementi per escludere che esso vada a interessare le aree protette citate o che comunque venga localizzato in aree limitrofe a quelle vincolate. Ad ogni buon conto, si ricorda che l’attraversamento di aree protette non può assolutamente essere permesso, il passaggio dei mezzi motorizzati è vietato all’interno di Parchi nazionali e Riserve naturali regionali”. In sostanza le associazioni chiedono di verificare se il percorso interessi o meno, direttamente o per prossimità, aree di interesse naturalistico tutelate. E spiegano: “Nel caso in cui l’itinerario ricada all’interno di SIC, è necessaria la realizzazione della procedura di Valutazione di Incidenza, ai sensi della Direttiva 92/43/CEE “Habitat”, del D.P.R. 8 settembre 1997 n. 357, del D.P.R. 12 marzo 2003 n. 120 e in base all’Art. 10 del D.G.R. n° 119/2002 “[…] è necessario effettuare la Valutazione di Incidenza Ambientale per tutti i progetti, anche esterni ai SIC, che possono avere influenza sugli stessi”; proprio perché l’attività messa in programma può essere lesiva delle specie e degli habitat protetti”.
È facilmente immaginabile infatti il danno che l’attraversamento di fiumi e pozze provoca all’ittiofauna, agli anfibi o anche alle specie di avifauna che nidificano a terra nelle aree di pascolo e praterie. I territori interessati sono inoltre nell’area di presenza e passaggio dell’Orso bruno marsicano e gli eventi e i raduni, soprattutto con i mezzi motorizzati, sono considerati tra le cause disturbo alla specie, tantoché tra le azioni del recente Life Arctos, molte risorse sono state spese proprio per la chiusura, tramite sbarra, delle sterrate presenti nell’areale della specie al fine di evitare la frequentazione di mezzi non autorizzati.
“Bisogna assolutamente – concludono WWF, Altura e LIPU – analizzare l’itinerario di gara per escludere in modo chiaro il passaggio in aree protette e verificare il possesso di tutte le autorizzazioni per lo svolgimento della competizione, tenendo in ogni caso presente che sia nel caso in cui l’itinerario sia interno al perimetro di aree protette sia nel caso sia esterno a esso, l’impatto sulle specie non è diverso”. Proprio per questo le tre associazioni hanno richiesto “una verifica e un conseguente eventuale intervento degli organi deputati alla sorveglianza nel Parco e nelle aree limitrofe per impedire che lo svolgimento di un’iniziativa pensata per il divertimento di pochi possa andare a recare un danno a specie e habitat protetti all’interno di un territorio dall’elevata valenza naturalistica, che non può essere considerato alla stregua di un luna park senza regole”.