Approfondimento meteo-climatico: il riscaldamento globale in correlazione agli Inverni passati anche in stratosfera. Potrebbero esserci altri episodi simil invernali in settimana?

Meteo. Come ho esposto in seguito alle valutazioni degli esperti e dei non esperti, me medesimo appartenente al gruppo di appassionati di Meteorologia non propriamente esperti in materia, nelle precedenti interviste la stagione invernale prosegue in grandi linee attraverso l’espansione dell’Anticiclone delle Azzorre e dell’Anticiclone nord-africano sul comparto euro-mediterraneo successivamente al transito di un fronte freddo e instabile di origine nord-atlantica. Questa estensione dell’Anticiclone Subtropicale in quota in alternanza alle fasi fredde e repentine perseguirà anche nei giorni a venire, in corrispondenza alle indicazioni ampiamente specificate e da me definite “sfuriate invernali” nelle scorse interviste in video, ove ho unito le mie osservazioni personali alle deduzioni logiche postulate precedentemente sempre e costantemente a partire dall’osservazione. Il riscaldamento stratosferico polare non è dunque come dicevamo insieme l’indice di un Inverno molto freddo fino all’Europa e al Mediterraneo. Molti altri fattori quali l’incidenza della radiazione solare e l’attività solare ad essa annessa nonché il riscaldamento globale (global warming) riescono a sovrapporsi prevaricando anche alle cause naturali, poiché quelle antropiche sono letteralmente enfatizzate, cambiando determinati effetti. Questi fattori possiamo intravederli superiori o quasi attinenti all’attività solare che, dopo le minori e transitorie irruzioni fredde che non sono paragonabili all’intensità e alla durata spazio-temporale dell’ondate di freddo e di gelo, l’alterazione della circolazione generale atmosferica anche ad alte quote muta e rovescia l’andamento stratosferico catapultandolo nei bassi strati dove si è creata una serra, essa inquadra un importante riscaldamento, il quale ora La Nina sta tramutando in un repentino abbassamento della temperatura. Un significativo cambio di rotta in così poco tempo è sicuramente riconducibile agli effetti che l’effetto serra sta provocando sul nostro pianeta riscaldando i bassi strati della nostra troposfera cosicché tali presupposti scatenino la controparte del riscaldamento stratosferico, uno degli aspetti di cui avevamo parlato del meccanismo legato all’alterazione causata dal ramo delle correnti oceaniche, la circolazione termoalina, per il quale l’aria gelida presente ad alte quote generata da un’alterazione in corrispondenza con gli oceani non particolarmente riequilibrati, lo stesso contesto casuale per i continenti che risentono di questo approccio a livello termico e di pressione atmosferica regolata dalla temperatura che determina il per i quali vi è un coefficiente ossia una differenza direttamente proporzionale tra temperatura e baro, viene schiacciata verso i bassi strati dove si comprime rinforzando le celle di circolazione subtropicale o la Cella di Hadley, un effetto così repentino che solo gli effetti del riscaldamento globale che si verificano maggiormente in Inverno quando ad alta quota l’aria è maggiormente gelida nonostante il suo volume basso e il suo strato di rarefazione, aria gelida per cui i venti cambino di circolazione ad alta quota spostando come le tessere di un domino anche i gas di ozono che si generano soprattutto in queste aree che hanno maggiore capacità termica e provengono dal riscaldamento modificando a sua volta anche il comportamento del profilo verticale dilatato dell’atmosfera in corrispondenza dell’Equatore, della Cella di Ferrel in concomitanza alla Cella di Hadley. In Inverno, anche se in Estate lo è nella stratosfera, ci sono minori inversioni termiche ed è più gelido in quota come abbiamo detto e in assenza di ozono è difficile che i movimenti a livello troposferico avvengano più facilmente vengono le nostre medie latitudini. Un meccanismo complicato proprio perché composto da una miriade di fattori racchiusi nello scrigno di cause ed effetti per i quali un Vortice Polare più forte e quasi assenti irruzioni fredde e molto fredde provenienti dal dislocamento che sarebbe stato consequenziale ad un Vortice Polare molto debole o anche più debole e nella norma, per cui la situazione subisce un mutamento anche di cause che prendono il predominio su altre non riuscendosi ad equilibrare tra di loro, la circolazione atmosferica alle medie latitudini agisce dunque e con una spiegazione un po’ più coincisa e plausibile come un continuo equilibrio negli alti strati e scarsa dinamicità nei bassi strati andando ad aumentare i periodi primaverili e caldi fuori stagione e le fasi soleggiate e stabili primaverili prima che sopraggiungano correnti fredde che, a causa sia del dislivello barico che termico ripristinati molto repentinamente, sfuriano attraverso raffiche di vento e folate anche molto forti. Per tali motivi parlavamo di un non allineamento dei modelli fisico-matematici e la minore probabilità di irruzioni corpose e fredde di origine artica, riducendo la portata e dileguando anche il contenuto della terminologia irruzione, tanto da iniziare ad escluderlo se non in concomitanza al lasso di tempo che rientra nel termine tecnico nella quale si verifica l’evento, il quale si può presentare anche molto forte. Questo non vuol dire che non ci siano sfuriate invernali, ma che esse siano piuttosto repentine e si presentino tali in minoranza rispetto alle altre. Ricordiamoci che il meccanismo è piuttosto vivace come esplicato molto bene dai Meteorologi. In effetti nell’editoriale meteorologico veniva inserito per iscritto anche il fatto che il meccanismo fosse soltanto rallentano abbinando allo studio dei Meteorologi oltre all’osservazione costante delle carte e delle variabili di temperatura che ne determinano l’attività e la passività nonché la decadenza e dunque l’afflusso minore e maggiore che consente alle variabili di temperatura di aumentare. Solitamente si tratta di acque più fredde della norma ad attirare le membra dell’Anticiclone delle Azzorre, mentre ad oggi l’anomalia osservata a priori era ed è tuttora un riscaldamento dell’area oceanica che anche in Estate risulta ed è risultato come anomalia termica negativa, contrariamente al riscaldamento avvenuto questo Inverno rispetto all’ennesimo evento de La Nina in assenza del quale e in presenza di un’anomalia negativa avrebbe consentito un Inverno maggiormente perturbato, un’altra causa ricollegabile allo scioglimento del vecchio pack artico e la restaurazione della nuova calotta artica che reincorpora e si riappropria del Mar Glaciale Artico e dei continenti con le cause collegate alla riannessione dovuta agli ultimi scioglimenti anomali avvenuti nel periodo estivo e rendono calda e più ricca di vapore acqueo e cristalli di ghiaccio l’atmosfera terrestre. Le cause naturali, astronomiche e antropiche sono in questo modo alterate e gli sbalzi termici risultano evidenti nonché anche i fenomeni atmosferici più intensi che ricompariranno nei prossimi mesi e già nelle ultime ore con più frequenza e intensità rispetto al passato in essi inseriti contestualmente parlando anche gli episodi di avvezione calda e improvvisamente molto fredda, la maggior parte calda e le escursioni termiche annesse e non connesse alle inversioni termiche che rendono nebbiosi i bassi strati sia di valli che di pianure. Questa predisposizione fa sì anche che le nubi risultino più basse e muta sia l’assorbenza che la emissione anche da parte dei gas atmosferici attraverso lo scattering e del terreno nonché più lentamente dei mari da parte del terreno nonché dei mari ad elevata capacità termica comporta l’avviamento di correnti d’aria incentivate dalla sera poiché non originanti convenzione e il moto verso il basso nonché la traspirazione e l’evapotraspirazione. l’attraversamento dei raggi solari appartenenti alla radiazione solare attraverso le nubi più basse della norma. 

 Nelle prossime ore l’Anticiclone di matrice Subtropicale, di matrice afro-mediterranea, si è espansa sulla nostra penisola fino all’area geografica europea centro-occidentale. Nel corso del fine settimana la mittleuropa e la nostra penisola saranno completamente scalfiti in quota da una serie di impulsi instabili e freddi provenienti dal Mar Baltico, i quali faranno abbassare le temperature massime e lievemente nei valori minimi della sera, della notte e delle prime ore del giorno. Ci sarà un rinforzo dei venti di Grecale e non inizialmente, però in maniera concatenata di Tramontana come è accaduto all’inizio dell’inizio della scorsa settimana, quando l’interrompersi delle furiose raffiche di vento perseveranti sulle regioni del Nord e del Centro-Sud Italia ha placato le grinfie del Wind Chill (la temperatura percepita in caso di forte vento), facendo cadere il dislivello barico e la ventilazione e consentendo un temporaneo aumento in caso di avvezione fredda delle temperature massime già dal tardo mattino di martedì quando l’insolazione ha consentito un aumento delle temperature massime, nelle ore più miti del giorno o più calda del giorno nel periodo tardo-primaverile, estivo e inizio autunnale, cosicché le temperature si innalzano finché l’irraggiamento dei pendii o delle aree vallive in caso di scarsa ventilazione e cieli sereni la possibilità di gelate e di brinate esattamente come avveniva nel mese di Dicembre, seppur in maniera meno incisiva rispetto alle giornate di inizio Inverno in un contesto anticiclonico verosimile, tenendo in considerazione di essere già in Inverno inoltrato e a conclusione di quest’ultimo specie dal punto di vista meteorologico, infatti la stagione primaverile entrerà il primo Marzo, successivamente l’Equinozio di Primavera. 

Tornando a noi, nelle giornate di venerdì, sabato e domenica si inizierà ad indebolire la propaggine di alta pressione nonostante il tempo su tutto il Centro e il Sud Italia sarà all’insegna delle condizioni meteorologiche stabili e soleggiate, con le temperature rappresentate in una colonnina di mercurio fuori media stagionale e attinente ad un vero e proprio risvolto oltre che assaggio primaverile, per via del periodo inconsueto. Le infiltrazioni umide e instabili accompagneranno i fronti perturbati fino alle regioni centrali adriatiche favorendo e arrecando annuvolamenti e ad esse associate nevicate sulle regioni del Nord Italia anche fino a quote di pianura a cause dell’ingresso d’aria fredda di origine artico-marittima e una – 30, anche in misura minore, ciononostante da verificare, alla quota di 500 HPa e di 850 HPa presentandosi a quest’ultima quota un’isoterma di – 4. La massa d’aria fredda in quota e più fredda ma meno fredda tuttavia più destabilizzata anche verso il suolo arretrerà nel fine settimana e all’inizio della settimana che viene. In effetti sulle regioni centrali e in Sardegna dal settore occidentale si espanderanno nubi, principalmente altocumuli e nembostrati e ad essi associate piogge sparse e nevicate fino a quote medio-alte, sino a spingersi alle quote medio-basse entro le giornate di lunedì e martedì secondo la configurazione sinottica premeditata dall’interpretazione delle ultime emissioni ensemble dei modelli fisico-matematici sotto forma di “runs” o corse modellistiche. Di questa rapida perturbazione dal Nord Europa e dalle radici nord-atlantiche, nota come sfuriata invernale, di lunedì e martedì che farà nevicate a quote di montagna anche sulla nostra dorsale appenninica e darà luogo anche a vento da sud-ovest e piogge sparse, ne torneremo a parlare nel prossimo aggiornamento meteo in forma scritta.

Vi ringrazio e al prossimo aggiornamento meteo.

Riccardo Cicchetti 

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