“Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutte a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un’ampia costiera dall’altra parte; e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancor più sensibile all’occhio questa trasformazione, e segni il punto in cui il lago cessa, e l’Adda rincomincia, per ripigliar poi nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lascian l’acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni”. Comincia così, con queste parole ormai icone della letteratura italiana, il capolavoro che porta la firma di Alessandro Manzoni: “I Promessi Sposi”.
Affascinati dal “crogiolo” di emozioni racchiusi in quest’opera, coordinati e diretti dalla professoressa Costanza Spina, i ragazzi delle classi I e II C e V G del liceo Croce di Avezzano hanno deciso di addentrarsi nelle tortuose strade del 1628. Di respirare quell’aria fatta di menzogne, soprusi, speranze. Di fare i conti con l’empatia che, per forza di cose, ne deriva.
È sulla scia di questi nobili sentimenti, dunque, che nasce l’opera teatrale “Magistralmente I Promessi Sposi”. Un appuntamento ormai consueto quello con i ragazzi del liceo Croce che anche quest’anno culmina al Teatro dei Marsi, giovedì 17 maggio, ore 10,30.
In esclusiva ai nostri microfoni colei che ha reso possibile tutto questo: la Professoressa Costanza Spina.
Prof.sa si rinnova, dunque, l’ormai consueto appuntamento di fine anno scolastico con la letteratura italiana.
Torniamo un po’ indietro. All’origine. Che cosa ha dato vita al primo progetto? Com’è iniziato tutto?
Tutto comincia 6 anni fa da un progetto scolastico: “ Dante e dintorni” che nasce in classe durante le lezioni dedicate alla Divina Commedia con i ragazzi del triennio. Ho percepito subito da parte degli alunni un concreto interesse nei confronti di questo autore straordinario; sembravano come ipnotizzati dai personaggi con le loro storie variegate dai risvolti psicologici profondi. Dunque dalla parafrasi e dall’analisi stilistica e metrica dei versi, alla memorizzazione ed alla interpretazione degli stessi, il passaggio è stato rapidissimo. Di qui l’idea di mettere su uno spettacolo teatrale, assegnando a ciascuno studente un canto specifico dell’Inferno o del Purgatorio o del Paradiso, a seconda del programma di studi trattato in quel determinato anno scolastico. In altre parole il teatro è entrato spontaneamente in classe con tutto il suo fascino ed il suo incanto, ma soprattutto con la sua sorprendente efficacia; infatti il progetto è stato un grande stimolo per tutta la classe, contribuendo a valorizzarne le eccellenze e a motivare i ragazzi più pigri e più insicuri. E…….. Le assicuro, che per un’insegnante questa è forse la più grande soddisfazione.
Quest’anno il compito, non affatto semplice, come i precedenti del resto, di raccontare il Manzoni in quello che, probabilmente, è il suo capolavoro per eccellenza: I Promessi Sposi. Come nasce l’idea?
Quest’anno ho scelto di raccontare il Manzoni con un’altra “perla” della letteratura italiana: il suo capolavoro “ I Promessi Sposi”, un’opera molto spesso bistrattata o ignorata del tutto perché tacciata di anacronismo sociale educativo e linguistico; o addirittura di faziosa esaltazione della Provvidenza a fronte di una società che segue oramai linee di comportamento più laiche e più secolari. In altre parole Manzoni è vecchio e trapassato!! Il suo è un perbenismo bacchettone e fuori tempo!!!! Si ignora però che codesta opera manzoniana, oltre a rappresentare un’icona da un punto di vista letterario, storico, linguistico e politico della nostra cultura, è ricca di una straordinaria attualità sociale. Gli umili e i prepotenti non hanno età, così come non hanno età “valori” e “non valori” come la viltà, l’arroganza, la forza, il coraggio, la devozione, la dignità, la libertà…… insomma, la vita stessa! Proprio per tutto quello che ho appena detto, si è dato risalto ai momenti più significativi dell’opera, che hanno coinvolto emotivamente gli studenti e che peraltro sono più attuali che mai. Anche in questo caso il progetto, che rientra sempre nel medesimo percorso letterario” Dante e dintorni” è nato in classe, insieme alla lettura e alle spiegazioni elle pagine del romanzo. Dunque i protagonisti sono proprio i miei alunni delle classi prima, seconda e quinta; in particolare il Manzoni si studia durante il secondo anno di liceo, si riprende nel corso del quarto con continui richiami anche in quinto. Si, si tratta per la maggior parte di studenti piccoli di età, digiuni di recitazione e di interpretazione, ma comunque fortemente interessati. Prescindendo dunque dall’esito della resa interpretativa, è comunque certo ed acclarato che anche in questo caso i ragazzi meno motivati e più problematici hanno dato il meglio di sé, acquisendo maggiore sicurezza ed autostima.
In conclusione, che cosa bisogna aspettarsi dallo spettacolo “Magistralmente i Promessi Sposi”?
Si tratta di uno spettacolo musicale e recitato, completamente diverso rispetto alla drammatizzazione di Dante che richiedeva gli interventi degli attori nella loro individualità. Questo è un romanzo che deve essere espresso dando risalto alla collettività ed alla coralità. Gli attori calcheranno la scena sotto basi musicali registrate con momenti cantati in gruppo o in assolo, mentre le scene più liriche e più emozionanti saranno accompagnate dalle melodie del violino e del pianoforte. La narrazione, sempre sotto le note degli strumenti, farà da raccordo tra le scene e da filo conduttore ai fini di una migliore comprensione per gli spettatori. Sono previsti inoltre 3 interventi danzati da una ballerina solista. Sono coinvolte tutte le arti performative della recitazione, della musica, del canto e della danza. Un altro elemento prezioso è la presenza di un coro di professionisti che interverrà “ alla greca” a sottolineare determinati momenti più commoventi.
La vita e le sue sfaccettature. I “topoi” che, nonostante tutto, restano lì incredibilmente immutati. Dipinti di emozioni che neanche il tempo riesce a scalfire. È questo che bisognerebbe aspettarsi nell’accostarsi a opere di questa caratura. Educare ma, soprattutto, nell’era della “demenza tecnologica”, rieducare, è quello che bisognerebbe aspettarsi dalla scuola… Rieducare, dunque, partendo proprio dai capolavori che la nostra immensa cultura letteraria ha saputo tramandarci. Rieducare alla conoscenza a discapito dell’ignoranza, vera e unica matrigna del male. Rieducare all’evoluzione. Al cambiamento. Al progresso. Rieducare ai valori. Alla libertà. È questo l’arduo compito della nostra società. Un compito che inizia proprio lì, nelle aule dei licei. È quando questo accade che si assiste al cambiamento. Un signum pronosticum, dunque, che ha il dovere di proiettarci, finalmente, verso il futuro che tutti noi meritiamo perché, come diceva Ben Herbster: “Il più grande spreco nel mondo è la differenza tra ciò che siamo e ciò che potremmo diventare”.
Alex Amiconi