Sull’ischemia critica degli arti inferiori ribalta internazionale, questa mattina, per l’ospedale di Avezzano. La chirurgia vascolare del presidio farà infatti parte di uno studio a livello mondiale al fine di stabilire, con la selezione di oltre 2000 pazienti, qual è il trattamento più efficace, caso per caso, per combattere l’ischemia che colpisce gli arti inferiori. La chirurgia vascolare di Avezzano, diretta dal dr. Marcello D’Elia, è stata scelta dai medici americani, ideatori dello studio (definito trial Best Cli) insieme a 160 centri, collocati tra Usa, Canada ed Europa. Questa mattina, nella sala convegni dell’ospedale marsicano, lo specialista americano Alik Faber, che insieme al connazionale Matthew T. Menard, ha ideato e promosso il progetto, ne ha illustrato modalità, criteri e obiettivi. Erano presenti, tra gli altri, il direttore generale facente funzioni della Asl, Simonetta Santini, e gli specialisti che ad Avezzano metteranno in pratica lo studio: lo sperimentatore dr. Gennaro Bafile, coadiuvato per la parte chirurgica dalla dr.ssa Carla Di Girolamo e, per la radiologia interventistica, il dr. Pietro Filauri.
Del team medico della chirurgia vascolare fanno Gabriele Turco, Luciano Scalisi e Roberto Gabrielli. La ‘squadra’ della radiologia interventistica è composta dai medici Daniele Galasso e Carmine Timpani. L’inserimento della chirurgia vascolare nell’ambito di questa importante iniziativa è dovuto a un gioco di squadra più ampio che coinvolge, a diverso titolo, altri reparti e servizi del presidio. Alik Faber, che da Boston assicura il coordinamento dello studio con i 160 centri coinvolti, durante il suo intervento ha spiegato le finalità dell’iniziativa e il ruolo dell’ospedale di Avezzano. In Italia il primo centro a partire è stato Firenze, seguito da Genova; ora toccherà ad Avezzano che, con queste 2 città, compone la ristrettissima rosa di centri italiani coinvolti. Il progetto nato negli Usa serve a valutare caso per caso se, per debellare l’ischemia degli arti inferiori, sia più efficace il trattamento endovascolare oppure quello chirurgico. Entrambe le procedure consistono, sostanzialmente, nell’impiantare bypass al piede o alla gamba colpita dalla patologia. Avezzano è stata scelta per la qualità dell’attività svolta in questi ultimi anni. La radiologia interventistica lo scorso anno ha eseguito 130 ricanalizzazioni delle arterie infrainguinali mentre la chirurgia vascolare, negli ultimi 2 anni, ha applicato 140 bypass. Per stabilire quale trattamento adottare sul singolo paziente sono stati già selezionati, tra i 160 centri che collaborano in tutto il mondo, 1800 pazienti. Per completare lo studio ne restano da individuare altri 300 e Avezzano farà parte di questo step finale. Fumo, ipertensione arteriosa, diabete, familiarità della malattia ed età sono i principali fattori di rischio alla base della patologia di cui si parla.