CAGNANO AMITERNO, avviata mobilità al cementificio a soli due mesi da chiusura vertenza

Attraverso una lettera la Cementir Sacci del gruppo Caltagirone ha annunciato l’avvio della procedura di mobilità per una serie di dipendenti in tutta Italia, tra cui 17 dei circa cento del cementificio di Cagnano Amiterno (L’Aquila).

A fine luglio sembrava che l’iter procedesse nel giusto verso in quanto sembravano definitivamente salvi i quasi cento posti di lavoro, che sarebbero dovuti triplicare se si considera l’indotto. Con quella operazione il Gruppo Cementir Holding iniziava dunque ad operare in Italia attraverso due società: Cementir Italia e CementirSacci, raddoppiando all’incirca la sua capacità produttiva, la sua forza commerciale e la sua rete di distribuzione.

Per la nuova gestione erano previsti 5 impianti produttivi di cemento, tra cui quello aquilano di Cagnano, 3 terminali distributivi e 28 centrali di calcestruzzo: la capacità produttiva installata in Italia sarà di 6,8 milioni di tonnellate annue, con una presenza sul territorio che passa da 6 a 11 regioni. Invece è arrivato il colpo di grazia che ha indotto a proclamare ai sindacati 24 ore di sciopero.

“È inaccettabile”, tuona il segretario provinciale della Cgil Umberto Trasatti, che ricorda come per lo stabilimento dell’Aquilano si fosse chiusa alla fine di luglio la vertenza che ha portato al rinnovo della concessione mineraria per l’attività estrattiva da parte della Regione Abruzzo.

“La cosa è gravissima perché al di là dei tempi e dei metodi – spiega – all’interno del processo di cessione del ramo d’azienda che ha portato all’acquisizione da parte del gruppo Caltagirone, si è arrivati a chiudere la partita con un provvedimento di concessione che aveva delle prescrizioni ben precise tra cui la garanzia dei livelli occupazionali“.

In una determina regionale del 25 luglio infatti, si rinnovava la concessione della cava di Cagnano Amiterno a patto che – al punto 1,j – sarebbe stato “…garantito il livello occupazionale in essere nell’attività di miniera e nello stabilimento di Cagnano Amiterno”.

L’azienda ha quindi disatteso la determina, avviando alla mobilità e successivo licenziamento 17 lavoratori.

“La procedura di mobilità riguarda tutto il gruppo – precisa Trasatti – ma per il cementificio di Cagnano è particolarmente grave”.

Nella lettera inviata alle rappresentanze sindacali, l’azienda afferma poi che la miniera verrà esternalizzata.

 

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