Il giorno 24 febbraio u.s. sono stati resi noti i risultati del censimento nazionale “I Luoghi del Cuore”, promosso dal FAI, Fondo Ambiente Italiano che ha chiesto a tutti i cittadini di segnalare i piccoli e grandi tesori della nostra bella Italia meritevoli di attenzione affinché venissero salvati dal degrado e dall’abbandono.
Al settantesimo posto nella graduatoria nazionale e al secondo posto a livello regionale si è classificato, con ben 4704 segnalazioni, l’Emissario di Claudio/Torlonia che insiste nel territorio di Capistrello.
La candidatura è stata fortemente voluta e perseguita da un comitato spontaneo di persone, ottenendo in soli due mesi di lavoro capillare e caparbio il più che soddisfacente risultato.
L’emissario di Claudio/Torlonia è un’opera realizzata tra il 41 ed il 52 d.c. dall’Imperatore Claudio per regimentare il livello delle acque del lago Fucino che, privo di un emissario naturale efficiente, era soggetto a continue esondazioni.
Nel corso dei secoli, sotto i regni di Federico II di Svevia, Alfonso d’Aragona, Ferdinando IV, Giuseppe Bonaparte, Francesco I, furono necessari alcuni interventi di ripulitura per ripristinare la funzionalità dell’emissario.
Nella seconda metà del XIX secolo il Principe Alessandro Torlonia, seguendo lo stesso percorso tracciato dai romani 18 secoli prima riuscì a prosciugare l’antico lago portando alla luce le terre dell’attuale piana del Fucino.
La maggior parte dell’opera romana realizzata nel sito di Capistrello, è stata distrutta dagli interventi ottocenteschi; tuttavia del primordiale progetto resta, ben visibile, un’arcata realizzata in opus reticulatum sovrastata da un’immensa parete rocciosa sagomata artificialmente e realizzata presumibilmente per porvi un monumento commemorativo dell’opera stessa. Il tutto è inserito in un contesto naturale rappresentato da un profondo canyon attraversato dal fiume Liri e dall’antica Via Sorana che collegava le colonie romane di Alba Fucens e Sora.
L’arco monumentale di Capistrello sin dalla sua realizzazione non ha mai subito modifiche di sorta. Neanche i tecnici di Torlonia, i quali si sono limitati esclusivamente ad allargare il tunnel, hanno scalfito minimamente l’opera.
Quello che non hanno fatto i tecnici di Torlonia adesso lo sta facendo il tempo e l’incuria, il restauro dell’arco monumentale dell’emissario di Claudio è quindi ormai necessario e urgente, poiché versa in gravi condizioni di degrado con il rischio di cedimenti delle strutture di epoca romana.
I cittadini promotori dell’iniziativa ringraziano tutte le persone che hanno permesso di portare all’attenzione locale e nazionale un sito di particolare interesse storico, e ribadiscono il loro impegno di promozione nonché di stimolo alle Istituzioni pubbliche affinché vengano implementati i progetti di restauro che questa iniziativa ha fatto capire necessari e importanti nonché fortemente voluta dalla popolazione locale.