“Il sindaco Alessandrini ha aperto oggi il cantiere per la ricostituzione del finto mercato etnico e noi lo abbiamo bloccato: nessun cartello di cantiere, nessuna comunicazione della committenza, né del rilascio dei permessi edilizi, nessuna indicazione dell’addetto alla sicurezza, con operai che lavorano in mezzo a un mare di rifiuti non rimossi. Ho chiamato l’ingegner Giuliano Rossi, responsabile dei Lavori pubblici del Comune, per chiedergli se intendesse fermare le opere visto che ero pronto a rivolgermi alla Polizia municipale e, ovviamente, dinanzi all’evidenza, ha prevalso il buon senso, dunque stop alle opere. E dopo il primo round, torniamo a chiedere al primo cittadino di fermare un’opera scellerata, nata male e destinata a finire peggio: convochi i Capigruppo e le Associazioni di categoria attorno a un Tavolo e si individui la sistemazione migliore per gli ambulanti extracomunitari dotati di regolare licenza commerciale ambulante. Noi continuiamo a dire ‘no’ al ghetto sotto al tunnel e lo ribadiremo questo pomeriggio nel sit in di protesta previsto alle 18”. Lo ha detto il Capogruppo di Forza Italia alla Regione Abruzzo Lorenzo Sospiri nel corso della conferenza stampa indetta questa mattina dinanzi al primo dei due ingressi al tunnel ferroviario destinato a ospitare il finto mercato etnico, sul lato del parcheggio delle aree di risulta. Presenti i rappresentanti di tutte le forze politiche di centrodestra, tra cui Carlo Masci, Marcello Antonelli e Alessio Di Pasquale per Forza Italia, Marco Forconi, Alfredo Cremonese e Massimo Pastore per Fratelli d’Italia, Armando Foschi per la Lega, l’ex consigliere di circoscrizione Benedetto Gasbarro, ma soprattutto presenti i commercianti, guidati da Marina Dolci, e i rappresentanti degli ambulanti, con Bonsignore. Presente anche Isabella, la sorella della ragazza trovata morta sotto quel tunnel circa un anno fa in circostanze misteriose.
“Dopo due settimane di rinvii stamane il sindaco Alessandrini aveva ben pensato di far partire i lavori sotto il tunnel – ha rimarcato Sospiri -, peccato che non ci fosse una cosa in regola. Quando sono arrivato sul posto mancava tutto: non c’era il cartello indicante la data d’inizio e fine lavori, l’importo speso, e soprattutto il nome del Direttore dei lavori e del responsabile della sicurezza. C’erano solo 4 operai della ditta incaricata che stavano abbattendo il muro lato destro, sul versante di via Ferrari, lavorando tra una montagna di immondizia che nessuno si è preoccupato di rimuovere prima per garantire le opportune condizioni igienico-sanitarie. A quel punto ho chiamato l’ingegner Rossi per lamentare tali carenze, ricordando che, se a casa mia aprissi un cantiere in quelle condizioni, subirei un sequestro immediato con relativa multa. E ho chiesto a Rossi se intendesse fermare le opere in un cantiere da terzo mondo o se dovessi far intervenire la Polizia municipale. Il risultato è stato, anche oggi, il blocco delle opere, nel giorno della nostra protesta per continuare a dire ‘no’ a un mercato che non è etnico, ma è semplicemente illegale. E diciamo no per una ragione di sicurezza: ormai le aree di risulta sono diventate il Bronx di Pescara, con risse quotidiane. E il Comune invece di spendere soldi per istituire un Presidio fisso delle Forze dell’Ordine a tutela della città, spende 250mila euro per fare il mercatino dove presto si tornerà a vendere merce contraffatta e la ragione è molto semplice: dentro quel tunnel non entrerà nessuno, dunque è chiaro che per sopravvivere quegli ambulanti dovranno ricorrere ad altri mercati. La verità è che il sindaco Alessandrini sta solo cercando di nascondere la polvere sotto il tappeto: ha un problema, ma anziché risolverlo, lo sposta lontano dagli occhi creando un ghetto. Qui non si farà alcuna integrazione: se vogliamo integrare gli ambulanti extracomunitari con il territorio, mettiamoli nei nostri mercati rionali che esistono ogni giorno in ogni quartiere. Se poi – ha proseguito il Capogruppo Sospiri – il problema è che gli ambulanti extracomunitari vogliono stare tutti insieme, allora troviamo la collocazione migliore sul territorio, una collocazione che non sia però un buco sotto la ferrovia. Peraltro il Comune per concedere i posteggi dentro il tunnel dovrà necessariamente fare un bando aperto a tutti, dunque ai senegalesi come ai tunisini, agli indiani e agli italiani dotati di licenza commerciale, dunque non risolverà nulla. La verità è che temiamo che oggi il sindaco Alessandrini stia barattando la sicurezza della città per due o tre voti in Consiglio comunale, ovvero per non perdere quelle frange estreme della sua maggioranza che gli hanno già annunciato di non votargli più le delibere in Consiglio se non fosse stato realizzato questo mercatino e tutto questo è inaccettabile. Al sindaco oggi torniamo a chiedere di fermare i lavori, riconvochi attorno a un tavolo Capigruppo consiliari e Associazioni di categoria e tutti insieme si individui la soluzione per ritrovare il bandolo della matassa, ricordando che oggi il 99 per cento della città è contro la ricostruzione di quel mercato fintamente etnico”.