Riceviamo e pubblichiamo:
In un articolo del dott. Ferruccio De Bortoli pubblicato alcune settimane fa sul Corriere della Sera in merito alla vicenda Carichieti (http://www.corriere.it/economia/leconomia/17_luglio_31/crac-bancari-quando-carichieti-comandava-l-autista-c8c8fc48-75c0-11e7-bcc9-f72f41c1edd8.shtml), viene citata una nota redatta dal prof. Valerio Lemma, ordinario di diritto dell’economia, a margine di una sentenza del Tribunale di Chieti.
L’articolo in questione sembrerebbe impreciso e non attinente al punto cardine che riguarda l’aspetto patrimoniale della banca la quale, dopo l’ispezione del 2014, aveva di fatto un patrimonio integro. Lo stesso patrimonio è stato poi azzerato nell’ambito dell’opera dei commissari inviati da Bankitalia mentre, come stabilito nella sentenza del Tribunale di Chieti, la banca non risultava insolvente alla data del 30 settembre 2015, quindi nella fase immediatamente precedente alla risoluzione. Ciò significa che la banca sarebbe stata in grado di rimborsare tutti gli obbligazionisti e, in parte, anche gli azionisti. Questo e’ il punto cruciale.
“Immagino che solo una lettura frettolosa abbia indotto il Dott. De Bortoli a non cogliere il senso del mio pensiero e addirittura la mia qualifica – si legge nella precisazione di Lemma riportata tra le lettere del Corriere della Sera pubblicate lo scorso 8 agosto in risposta all’articolo di De Bortoli – Nell’aderire alla tesi del Tribunale, specificavo che “in vista di una tardiva forma di “razionalizzazione sistemica” , e dunque per motivazioni difficilmente giustificabili sul piano della logica giuridica, è stata sacrificata una banca che era stata commissariata per irregolarità gestionali e non anche per perdite patrimoniali”. (…) Ritengo necessario specificare che le perdite subìte da Carichieti sono l’esito, anche, ma soprattutto e prevalentemente , delle ”rettifiche di valore nette su crediti, risultanti in sede di valutazione provvisoria” e, quindi, le rettifiche in parola “appaiono astrattamente ben al di sopra delle prassi prudenziali contabili”. (Valerio Lemma, ordinario di diritto dell’economia)”.
Se c’è stato o non c’è stato mismanagement ( “cattiva gestione”) , ciò riguarda fatti precedenti all’ingresso dei commissari: fatti che, come ribadito dalla sentenza citata, non hanno determinato l’insolvenza dell’istituto.
Ci si dimentica che a fine anni ’90 la banca ha prodotto oltre duecento milioni di utili lordi e che, nonostante ciò, è stata sottoposta a ben quattro ispezioni e un commissariamento in sei anni con criticità evidenziate ma comunque non determinanti il deficit riscontrato e, in merito al quale, la Procura di Chieti sta tuttora indagando.
Sono sicuramente da rimandare alle conclusioni delle indagini da parte dei magistrati tutte le congetture relative alla problematica del deficit Carichieti, perché è stato determinato e in quali circostanze qualcuno ne dovrà rispondere.