CELANO. SCOMPARSA DI DON CLAUDIO RANIERI, IL CORDOGLIO DEL SINDACO SANTILLI: ”  HA SEGNATO PER OLTRE 50 ANNI INDELEBILMENTE LA STORIA DI CELANO”

Poco fa la triste notizia della morte di Don Claudio Ranieri.

Don Claudio ha segnato per oltre 50 anni indelebilmente la storia di Celano.

È stato un punto di riferimento per la nostra comunità.

Posso raccontare le sue attività, i suoi meriti, solo parzialmente e con molta modestia.

Per molti della mia età è stato il Parroco per antonomasia.

Ricordo nitidamente quando con lui ho indossato le vesti di chierichetto come tanti miei coetanei, come anche la sua catechesi nel cappellone della chiesa di San Giovanni al termine della quale ci faceva giocare dentro a calcio col pallone di spugna.

Quel cappellone che per diversi decenni ha messo a disposizione di chiunque oltre che per iniziative meramente religiose, anche per riunioni, attività ludico-ricreative, di aggregazione e di solidarietà.

Nelle prediche della messa non è stato mai banale, non limitandosi solo a commentare la parola di Dio, ma fornendo il suo pensiero, la sua idea sulla nostra società.

A volte lo faceva anche severamente, senza nascondersi dietro un dito, in maniera diretta e pungente, ma lasciando sempre uno spunto di riflessione e dunque il segno in chi lo ascoltava con attenzione.

Oggi dico che bisognava rifletterle ancora meglio quelle prediche e riavvolgerle perché sarebbero ancora attuali.

Non era passivo, ma era centrale e nevralgico in tutta la vita sociale di Celano.

Oso dire che faceva bene anche alla politica quando fungeva da contraltare agli amministratori locali, perché era da pungolo e da stimolo costruttivo.

La sua chiesa aveva sempre la porta aperta a tutti, e per qualsiasi problematica.

La sua attività pastorale a Celano iniziò nella Parrocchia del Sacro Cuore, una parrocchia non semplice all’epoca che lui seppe far crescere e vivere con l’oratorio.

Un’attività parrocchiale grazie alla quale tanti giovani furono tolti dalla strada e tante persone vi trovarono un cardine attraverso il quale riscattarsi. Oggi, quel quartiere dove anche io sono cresciuto è migliore, quelle persone che lo vivono hanno un modo di pensare la vita diverso, sono migliori anche grazie a lui.

La sua figura si sentiva ancora più nettamente quando passava casa per casa a benedirle durante il periodo pasquale ed era l’occasione per parlare con le genti, ascoltare le loro difficoltà, i loro bisogni, disquisire su qualsiasi tema.

Era una persona dinamica e coinvolgente a 360º.

Credeva molto nell’insegnamento nelle scuole e lo faceva in prima persona, entrando in un rapporto simbiotico con le maestre, affettivo e morale coi bambini.

Era un uomo di profonda cultura, difficilmente lo si coglieva impreparato, era un piacere ascoltarlo.

Come dimenticare in questo contesto la Mostra di Arte Sacra che fece col compianto Nando Taccone con personaggi illustri di prim’ordine a livello mondiale che lui stesso mi diede il privilegio di conoscere.

Tante altre sono state le iniziative che ha intrapreso a livello culturale, sintomo di una personalità di spessore e spiccata sempre votata alla conoscenza, al sapere, allo studio che cercava di trasmettere alla sua comunità.

Quello che è certo è che Don Claudio ha dato tantissimo alla nostra comunità e a Celano e che mancherà tanto a chi ha avuto il privilegio di conoscerlo e di apprezzarne le enormi virtù.

Sentite condoglianze alla famiglia di Don Claudio dalla città di Celano.

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