Uno spiraglio c’è. I 17 lavoratori che rischiano di perdere il proprio posto, operanti nella cava di Cagnano Amiterno, hanno ancora accesa la luce della speranza. Sono 260 in tutta Italia i lavoratori della Cementir Sacci (gruppo Caltagirone) che dovrebbero essere oggetti di licenziamento: una lettera della proprietà infatti comunicava loro l’avvio della mobilità, ma dopo diverse manifestazioni e grazie all’impegno delle istituzioni e delle organizzazioni sindacali, è probabile che si possa riuscire ad individuare una soluzione. Come vi abbiamo già raccontato precedentemente, la concessione della Regione Abruzzo alla Sacci per altri 30 anni della cava di Cagnano, includeva tra le clausole il salvataggio di tutti i posti di lavoro.
La famiglia Caltagirone ha agito senza tener conto di questo determinato vincolo, avviando quindi la mobilità. Stamattina c’è stata l’ennesima manifestazione, stavolta di fronte al Palazzo della Regione a L’Aquila, dopodiché lavoratori e sindacati sono stati ricevuti all’interno dal vice-presidente Giovanni Lolli il quale ha riferito loro che convocherà la famiglia Caltagirone proprio per far leva sulla famosa clausola che impedisce alla gruppo di licenziare i dipendenti di Cagnano. La Regione Abruzzo sostiene la vertenza con le motivazioni esposte dai lavoratori e dalle organizzazioni e farà quindi di tutto pur di farle valere.
Così i 17 operai continuano a sperare nel lavoro di sindacati ed istituzioni, affinché venga reso salvo il loro sacrosanto diritto al lavoro.
D.D.N.