Un’interpellanza il cui scopo è quello di conoscere le iniziative prese dall’esecutivo regionale tramite l’ente attuatore rappresentato da ARAP riguardo la bonifica dei due Siti di interesse regionale (SIR) ‘Chieti Scalo’ e ‘Fiume Saline Alento. E’ questo il documento politico che il Consigliere di Sinistra Italiana Leandro Bracco si accinge a protocollare per fare chiarezza su due vicende ambientali di estrema delicatezza e complessità. “A seguito dell’approvazione del Masterplan – spiega l’esponente di Liberi e Uguali – è stata sottoscritta una convenzione fra la Regione Abruzzo e l’Azienda regionale per le attività produttive (ARAP) affinché si desse concretezza ai corposi investimenti, pari a dieci milioni di euro, previsti dal Masterplan medesimo per bonificare i due SIR abruzzesi”. “La stessa convenzione – prosegue Bracco – è stata sottoscritta il 10 novembre 2016. Cosa è accaduto in questo anno e mezzo? Sono stati fatti passi in avanti oppure persiste lo stallo con conseguente permanenza di una vergogna ambientale che sta avendo eco anche oltre i confini d’Abruzzo?”. “Considerato che dal documento di ‘Adeguamento del piano regionale di gestione dei rifiuti’ e in particolare dal ‘Piano delle bonifiche delle aree inquinate’ – rileva il Consigliere – nulla pare emergere circa le attività messe in campo da ARAP e relative ai due SIR abruzzesi, mi chiedo a quale gioco si stia giocando. Oramai pure le pietre hanno compreso come gli interventi di bonifica siano estremamente urgenti e non possano più essere rimandati”. “A questo quadro già di per sè assai allarmante – sottolinea Bracco – vanno aggiunte le molte discariche (sia autorizzate che non) sulle quali dovrebbero essere avviate le procedure previste dal Testo Unico sull’Ambiente. Tanti, troppi, sono i siti che attendono l’avvio o il completamento degli iter finalizzati al definitivo recupero ambientale”. “D’altra parte l’Abruzzo – specifica Bracco – è una delle diciotto regioni italiane per le quali è stata intrapresa la Procedura d’infrazione comunitaria concernente discariche abusive e incontrollate”. “Il tema delle bonifiche è indubbiamente complesso. Intervengono, infatti, una pluralità sia di fonti normative che di soggetti istituzionali coinvolti. Tuttavia – nota Bracco – la lentezza con la quale la macchina regionale continua a muoversi non può essere giustificata. Certamente alcune cose sono state realizzate ma ancora troppe attendono anche solo una prima mossa per essere instradate lungo la direzione della risoluzione”. “Vi è considerevole urgenza – rimarca il Consigliere – in quanto si ha a che fare con questioni direttamente connesse alla sicurezza, salute e qualità della vita di migliaia di cittadini. Non è sufficiente elencare quanto svolto rispetto alle attività di caratterizzazione e agli interventi di bonifica e messa in sicurezza dei siti inseriti nell’anagrafe regionale. Occorre invece intervenire affinché prendano vita azioni concrete e incisive”. “Ciò che preoccupa in misura rilevantissima – afferma Bracco – è il fattore tempo. Vi sono casi infatti nei quali il ‘tempo di esposizione’ delle diverse comunità a siti contaminati è divenuto inaccettabile ma soprattutto fuori da ogni logica”. “Come non richiamare infatti – fa notare l’esponente SI – la vicenda accaduta negli ultimi giorni che concerne il Sito di interesse nazionale di Bussi sul Tirino. Il Ministero dell’Ambiente ha dovuto diffidare la Regione affinché questa decidesse in merito all’attivazione o meno della procedura di valutazione di impatto ambientale. Questa circostanza ha determinato la perdita di ulteriore tempo”. “Dunque ritengo opportuna la mia iniziativa politica di interrogare la Giunta D’Alfonso, tramite un’interpellanza, per comprendere le diverse sfaccettature della questione siti contaminati e relative bonifiche. Sfaccettature molte delle quali – conclude Leandro Bracco – mi appaiono nebulose”.