CONFAGRICOLTURA L’AQUILA: ASSEMBLEA DEI SOCI HA ELETTO IL NUOVO CONSIGLIO DIRETTIVO PROVINCIALE

Centotrenta gli agricoltori che hanno affollato l’Assemblea dei soci di Confagricoltura L’Aquila. Presieduta da Fabrizio Lobene Presidente uscente e con la presenza del Direttore generale di Confagricoltura nazionale Franco Postorino, l’assise, oltre agli adempimenti annuali quali l’approvazione del rendiconto economico e finanziario 2018, ha eletto il nuovo Consiglio direttivo provinciale che, in forza delle modifiche statutarie approvate, avrà una durata di cinque anni.

Dopo un ampio dibattito cui hanno partecipato sia i candidati uscenti sia quelli entranti sono risultati eletti all’unanimità dei presenti i sig.ri: Lobene Fabrizio Trasacco, Scipioni Claudio Avezzano, Bonaldi  Dario Celano, Iacovitti Italo Celano, Ruscitti Fausto Raiano, Federici  Riccardo Avezzano, Spinosa Pingue Fabio Sulmona, Sorgi Fabrizio Avezzano, Merolli Nunzio Goriano Sicoli, Rosso Bruno Sulmona, Ciaccia Fabio Celano, Rotolo Gregorio Scanno, D’Alessandro Gianni Castel Di Ieri, Iacutone Dino Celano, Tamburro Alessandro Barrea, Venti Roberto Sulmona, D’Amico  Paolo Sulmona, Laconi Sara Avezzano, Pensa Antonio Tagliacozzo, Verdecchia Marco Luco dei Marsi, Di Genova Alessandro San Benedetto dei Marsi, Lombardi Gaia  Magliano di Marsi, Morgante Olimpia Maria  Scurcola Marsicana, Pietrantonj Alice Vittorito, Schiavitti Fiorenzo Raiano, Ciccone Maurizio San Demetrio nei Vestini, Masciovecchio Dino L’Aquila.

Il nuovo Consiglio si riunirà nei prossimi giorni per eleggere il Presidente, due vice presidenti, due delegati di zona (Sulmona e L’Aquila) i quali con i membri di diritto il Presidente dell’Associazione dei Giovani agricoltori ANGA e del Presidente provinciale dell’associazione dei pensionati andranno a comporre il Comitato di Presidenza l’organo esecutivo dell’Organizzazione.

La relazione di Fabrizio Lobene è stata incentrata interamente sulla politica organizzativa e sindacale dell’Associazione degli imprenditori “la nostra organizzazione, negli ultimi anni è cresciuta moltissimo in tutti gli aspetti: numero di soci, livello di rappresentatività, risorse umane occupate, credibilità. Siamo l’Associazione agricola più rappresentativa sul territorio provinciale per cui abbiamo grandi responsabilità nei confronti degli associati vecchi e nuovi. La nostra crescita deriva dalla chiarezza della proposta sindacale che costruiamo giornalmente con i nostri associati; La nostra credibilità è ampiamente riconosciuta perché sono gli stessi agricoltori a rappresentare gli interessi generali senza le mediazioni di strutture burocratiche”.

Numerosi gli interventi dei soci che hanno impegnato il nuovo Consiglio a incalzare le istituzioni politiche e di governo a risolvere i molti problemi che assillano gli agricoltori quali: La legge di stabilità che non offre alcuna prospettiva di rilancio della nostra agricoltura, la nuova programmazione della PAC ed il PSR rischiano di tagliare importante di risorse anche in considerazione della scarsa capacità di spesa di alcune regioni tra cui l’Abruzzo, la concorrenza sleale del falso made in Italy, il costo eccessivo della manodopera agricola, il problema dei risarcimenti dei danni provocati dalla fauna selvatica, gli eccessivi costi dell’energia elettrica e dei carburanti agricoli e l’asfissiante burocrazia che frena gli investimenti. Il Direttore generale Franco Postorino ha posto l’accento sulla necessità di programmare con lungimiranza i prossimi fondi strutturali “Il rilancio del made in Italy si ottiene attraverso l’aggregazione dei produttori. Con consumi interni calanti occorre internazionalizzare le imprese, la via dell’esportazione dei nostri prodotti, tuttavia non può non passare rilanciando la capacità produttiva del paese attraverso una vera e propria politica agricola dedicata allo sviluppo. Occorre rivedere la legge sulla caccia perché non si può più tollerare che danneggiati siano solo gli agricoltori ed i cittadini per gli incidenti stradali, causati dall’incontrollato aumento della fauna selvatica frutto di politiche venatorie sbagliate e chiusura irragionevole delle associazioni ambientaliste”.

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