Approfondimento Meteo. Tale immagine satellitare attuale, a sinistra, vede l’Uragano Maria interessare la costa orientale atlantica dopo aver attraversato e portato devastazione sui Caraibi, passando da categoria 5 a categoria 3. A destra, invece, sulla caldissima superficie dell’Atlantico Tropicale, l’Uragano Lee, dal quale acquisisce moltissima energia termica e ne riceve un enorme quantitativo di umidità, specialmente durante l’evaporazione e la condensazione in un innumerevole quantitativo di goccioline e di cristalli di ghiaccio.
Come scrissi in un articolo di approfondimento di Meteorologia, alcuni sistemi tropicali, soprattutto atlantici, possono divenire esemplari extratropicali, ossia agganciarsi al flusso occidentale, salendo di latitudine. In questo modo non sono più uragani ma sistemi perturbati extratropicali perché non ricevono più energia termica/calore o non scorrono sulle acque caldissime tropicali, (sopra media, fino a raggiungere addirittura i 30 gradi centigradi), e sono alimentati dai venti occidentali o il flusso zonale del Nord Atlantico, divenendo normali perturbazioni atlantiche sotto forma di fronti freddi e temporaleschi (Ex Uragani).
Ciò che rimane dell’Uragano Maria sarà comunque un’intensa perturbazione e non più una tempesta tropicale. Si tratterà di un fronte perturbato con traiettoria balcanica, il quale raggiungerà dapprima l’Europa centro-settentrionale entro sabato 30 Settembre e, se l’Anticiclone delle Azzorre non dovesse fare da scudo, scivolerebbe di latitudine interessando il Mediterraneo centro-orientale, dunque Italia e Balcani, dando luogo a rovesci o temporali dalle regioni del Nord verso il Centro-Sud Italia, con particolare interessamento dei settori adriatici. Data la distanza di tempo, ne torneremo a parlare.
Ciononostante, tutti ricordiamo che, nell’Autunno 2015, un fronte temporalesco, ossia ciò che rimaneva dell’Uragano Joaquin, a causa della convergenza tra i venti freschi nord-atlantici e i sempre più umidi venti di Scirocco (calo drastico dei geopotenziali: vuole dire intensa attività instabile), diede luogo a temporali anche a carattere di nubifragio e, purtroppo, sulla Marsica, abbiamo avuto improvvisi e dannosi eventi alluvionali, proprio il giorno 16 Ottobre 2015, nel quale, lo straripamento del fiume Liri, dovuto alle violenti e incessanti precipitazioni scaturite dalla recalcitrante nonché forte perturbazione, interessò in particolare modo la Valle Roveto. La ragione per la quale lo Scirocco che alimentò la già instabile occlusione fredda (fronte freddo e caldo che combaciano), fosse così eccessivamente umido, è legata al Mar Mediterraneo e ai sui bacini, più caldi rispetto al passato e rispetto alla norma, dal quale e dai quali, catturano e catturarono un ulteriore quantitativo di umidità, maggiormente del cospetto, pompando nelle nubi cumulonembi o temporalesche altra energia dal punto di vista della convezione (soprattutto energia termica) e dunque rinvigorendo le correnti ascensionali (updraft) interne alle nuvole, non disattivate, a catena, dal calore latente di condensazione che si sarebbe contrariamente quasi smorzato.
Cosicché, i moti ascensionali ma anche discensionali divennero più violenti da sostenere e da scaricare tonnellate e tonnellate d’acqua, queste ultime tramite intense raffiche di vento discendente, accentuarono l’intensità del sistema temporalesco a mesoscala, ossia composto da multicelle: maggiori celle temporalesche composte da tantissimi cristalli di ghiaccio che si sciolgono man mano che scendono fino a toccare il suolo e le goccioline sia liquide che in stato di sopraffusione (allo stato liquido nel nucleo di condensazione, seppur a temperature ad altissime quote sotto zero, essendo le nubi temporalesche estese verticalmente). Inoltre, fattore meno probabile che non dovrebbe accadere i primi di questo Ottobre, la presenza di un’area anticiclonica sulla penisola balcanica meridionale e sulla penisola arabica, essa fece da sbarramento al mulinello di bassa pressione e quindi all’intero sistema di temporali, permettendo loro di scaricare fortemente pioggia e grandine sulle medesime zone, dunque l’alta pressione balcanica le rese recalcitranti spostando lo Scirocco verso il Tirreno meridionale. Essendo lente nel muoversi verso sud-est, rallentarono “temporaneamente” il trasposto verso est dell’ammasso temporalesco, per l’appunto ciò che rimaneva dell’ex Uragano Atlantico, Joaquin.
Ebbene, tra domenica e lunedì, arriverà la medesima perturbazione, abbastanza intensa, potrebbe interessare anche la nostra Marsica e maggiormente il versante adriatico abruzzese e, vi ripeto, non sono esclusi temporali localmente anche di forte intensità. Non si ha naturalmente certezza sulle dinamiche dell’Anticiclone delle Azzorre, ma preoccupa il fatto che l’Anticiclone Scandinavo si possa estendere verso l’Europa centro-orientale, ponendo le basi per le stesse dinamiche appena descritte specie sui settori occidentali; ipotesi per ora da prendere assolutamente con le pinze, quindi con un elevato livello di incertezza, quest’ultimo riguardo piogge temporalesche che arriverebbero anche sui settori occidentali, i quali, nonostante parentesi piovose, sono stati e lo sono tuttora, bersagliati dalla siccità.
Fonte immagine: NASA
Grazie per la cortese attenzione.
Riccardo Cicchetti