Si parta dal decalogo di proposte che il 28 Giugno Confagricoltura ha fatto pervenire, al Governatore D’Alfonso
Ennesima riunione tra istituzioni e presunti rappresentanti degli agricoltori per parlare (inutilmente) dei danni provocati dai cinghiali alle colture agricole e per tentare di proporre soluzioni per uscire dalla crisi.
A tutti sfugge la gravità della situazione, meno che agli agricoltori veri che vivono di quello che raccolgono e non delle elemosine dei risarcimenti, quantunque necessari per onorare i “rimborsi delle spese sostenute”.
Confagricoltura non intende partecipare come parte attiva a queste comparsate per l’evidente ragione che gli interlocutori in campo sono già stati edotti delle nostre puntuali proposte.
Bisogna essere realisti e comprendere la totale incapacità della Regione a risarcire gli agricoltori in tempi brevi e nella misura opportuna per la dimensione e l’entità dei danni arrecati, il fenomeno è ormai di emergenza economica; possiamo provare a invertire la tendenza ma la vera soluzione è quella di evitare i danni con un serio ed efficace programma di prevenzione da gestire con tutti i mezzi che la Legge 157/92 consente, sia quelli generalisti dell’impedimento fisico di accesso alle coltivazioni che quelli mirati del controllo numerico.
Occorre uno sforzo di gestione guidato da un approccio scientifico e non più, come finora avvenuto, nel soddisfare gli interessi delle consorterie venatorie che rifuggono sistematicamente di impegnarsi nell’ amministrazione responsabile, sia perché gli aspetti ludici sono prevalenti su quelli organizzativi sia perché l’attività venatoria si svolge in periodi in cui i danni sono stati fatti.
“Confagricoltura è determinata nel ridefinire le strategie di gestione del cinghiale attraverso una conduzione pianificatoria su base spaziale, numerica, e temporale delle presenze intervenendo con un insieme di tecniche: dalla prevenzione, al controllo, all’attività venatoria”. Afferma Concezio Gasbarro Presidente di Confagricoltura Abruzzo
La Regione dovrebbe obbligare gli ATC ad una politica diversa in cui l’obiettivo della riduzione dei danni all’agricoltura deve prevalere su tutti gli altri aspetti, ma è la Regione stessa che abbisogna di cambiare metodo, non dimentichiamo che i rappresentanti degli agricoltori sono fuori dal contesto programmatorio del Piano faunistico Regionale, le funzioni di avvalimento dei Nuclei faunistici della Polizia provinciale sono di nuovo in discussione e il servizio di procedura a rapido d’intervento sembra assicurato più dalla disponibilità del personale rimasto che da una specifica funzionalità di sistema, mentre le risorse del PSR per sostenere la prevenzione non sono mai state messe a disposizione.
“Si parta dal decalogo di proposte che il 28 Giugno u.s. Confagricoltura Abruzzo ha fatto pervenire, su specifica richiesta, al Governatore D’Alfonso un ventaglio di richieste per affrontare il problema su tutti fronti ed in maniera organica. Attendiamo le proposte di modifica della legge Regionale sulla gestione venatoria, nelle mani del Presidente della Commissione Agricoltura Lorenzo Berardinetti per scendere sul concreto. Indispensabile poi risolvere il problema del De Minimis, e della copertura in bilancio delle risorse necessarie a pagare tutti i danni dal 2010 ad oggi”. Conclude Gasbarro