DENUNCE CONTRO LA STAMPA DA PARTE DELLA ASL 1. CGIL: NO AD ATTI INTIMIDATORI, CHIEDIAMO LA COSTITUZIONE DI UNA COMMISSIONE DI INCHIESTA ED UN INTERVENTO ISPETTIVO

Apprendiamo, di nuovo, dagli organi di informazione, che il Direttore Generale della ASL in oggetto, in un comunicato stampa dichiarava la volontà “di interessare l’Autorità Giudiziaria competente” avendo riscontrato “troppa disinformazione, troppe fake news, troppe condotte contrarie ai codici deontologici e di comportamento…omissis” relativamente all’andamento del Sistema Sanitario Provinciale.

Respingiamo con forza qualsiasi atteggiamento che non vada alla ricerca della verità, ma che rappresenti un atto intimidatorio nei confronti di chi svolge quotidianamente il proprio lavoro, che siano questi giornalisti, operatori sanitari, figure istituzionali o espressioni di partiti politici o organizzazioni sindacali. Riteniamo che il comportamento del Direttore Generale della ASL sia offensivo per una intera Comunità che ha diritto ad un Sistema Sanitario efficiente ed efficace, vicino alle necessità ed ai bisogni dei Cittadini e delle Cittadine.

Detto atteggiamento, fa seguito ad una iniziativa di inchiesta interna sul personale, che la stessa ASL avrebbe intrapreso a seguito delle immagini trasmesse sulla nota trasmissione televisiva “Le Iene” relativamente al Nosocomio di Avezzano, già contestata, con forza, da questa Organizzazione Sindacale.

Avremmo voluto attendere la fine di questa immane tragedia che sta colpendo il nostro territorio per ricercare la verità dei fatti che hanno prodotto una incontrollabile emergenza sanitaria sulla Provincia dell’Aquila, ma siamo costretti a fare immediatamente le nostre richieste anche a garanzia di diritti fondamentali, che la Carta Costituzionale riconosce a tutti i cittadini  e le cittadine del nostro Paese, quali il diritto alla Salute, ma anche all’Informazione e al Pensiero. Riteniamo, pertanto, necessario ed opportuno fare chiarezza sulle gravi criticità del Sistema Sanitario Provinciale, sulle gravi ripercussioni in termini di garanzia del diritto alla Salute e sul rischio che, ancora oggi, tutti gli operatori sanitari, che prestano la propria attività con abnegazione e sacrificio, corrono quotidianamente nel tentativo di  contrastare il  virus COVID 19.

Risultano, infatti, ad oggi, innumerevoli contagi tra il personale sanitario, senza che si riesca ad avere, da parte della ASL 1 Avezzano Sulmona L’Aquila, dati ufficiali sulla loro effettiva entità.

Non si può certo negare che il numero dei contagi della nostra Provincia rappresenta ormai da giorni la quota più importante dei contagi dell’intera Regione Abruzzo, con un sistema di tracciamento e tamponamento inadeguato, tanto è vero che si è dovuto ricorrere allo screening di massa, disposto dalla Regione Abruzzo, per avere una cognizione effettiva dei contagi nella nostra Provincia.

Riteniamo altresì offensive e di cattivo gusto le dichiarazioni dello stesso Direttore Generale, dott. Roberto Testa, che di seguito riportiamo: “le parole uccidono più del virus”. Le centinaia di morti al giorno nel nostro Paese, le decine di morti al giorno nella nostra Regione e nella nostra Provincia, sono stati uccisi non dalle parole, ma da un virus che continua inesorabilmente a girare sui nostri territori, colpendo prevalentemente le persone più fragili, a cui andava garantita la massima  protezione dal Sistema Sanitario Provinciale. In tal senso attendiamo l’esito delle inchieste avviate dalla Magistratura sui decessi avvenuti davanti ai Pronto Soccorso della ASL 1 Avezzano Sulmona L’Aquila.

Torniamo a ribadire il lungo elenco di tutte le criticità che in questi mesi non hanno trovato soluzione e che riguardano nello specifico: una cronica e strutturale carenza di personale, impossibilità di garantire percorsi separati per pazienti Covid e no Covid, carenza di posti letto Covid, mancata esecuzione periodica di tamponi agli operatori sanitari, carenza di reattivi per l’esecuzione dei tamponi alla popolazione, tardività nella comunicazione degli esiti degli stessi, strutture carenti e/o fatiscenti, esiguità nella fornitura di DPI idonei alla gestione dell’emergenza, mancato confronto con i vertici Aziendali sulle modalità di gestione dell’emergenza in tema di sicurezza sul lavoro, continui trasferimenti del personale, carenza di vaccini antinfluenzali, mancata attivazione del laboratorio dell’Università degli studi dell’Aquila e/o nei singoli Presidi Ospedalieri della ASL finalizzata a processare i tamponi eseguiti, diminuzione e/o interruzioni dell’assistenza sanitaria essenziale dovuta anche agli accorpamenti dei reparti ospedalieri.

Il mancato potenziamento delle USCA e della Medicina Territoriale ogni giorno si manifesta in maniera drammatica; tutto ciò è stato già oggetto di Esposti inviati alla Procura della Repubblica sin dalla prima Fase dell’Emergenza sanitaria.

Per questo e per le tante motivazioni e criticità evidenziate durante l’intero anno 2020, per difendere la garanzia del Diritto alla Salute sancito dall’art. 32 della Costituzione Italiana, chiediamo che venga costituita, senza indugio, una commissione di inchiesta sul sistema sanitario della Provincia dell’Aquila da parte della Regione Abruzzo e nelle more chiediamo che vengano inviati dal Ministero della Salute organi ispettivi al fine di accertare eventuali responsabilità nella gestione della fase pandemica.

Riteniamo questo ennesimo atto, da parte della scrivente Organizzazione Sindacale, una richiesta di azioni concrete, finalizzate alla ricerca della verità e non della narrazione, anche in considerazione dell’alto livello dei contagi e dei decessi riscontrati che fa permanere la nostra Regione inquadrata come Zona Rossa.

Nel ribadire la necessità e l’urgenza delle richieste ivi contenute nella presente nota, restiamo a disposizione per eventuali ulteriori chiarimenti e/o informazioni.

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