Non si parla d’altro. Nelle piazze, nei vicoli, sui social, il tema dominante nel bacino marsicano è quello dell’ipotetico fallimento del CAM, società pubblica che gestisce il servizio idrico nella Marsica. 60 milioni di debiti più 20 milioni di crediti non riscossi, il suo fallimento significherebbe un peso madornale sulle spalle dei Comuni del bacino fucense. In un post scritto dal consigliere regionale Maurizio Di Nicola, abbiamo colto tra le righe una forte preoccupazione per l’esito del Consorzio.
Riportiamo integralmente il testo della nota scritta dal consigliere di Pescina. A voi le conclusioni:
Qualche giorno fa, ho spiegato in un’intervista perché ritengo serva un grande piano regionale sulla sicurezza (che prenda spunto dalle tristi esperienze vissute in Abruzzo come terremoti e avversità climatiche). Fuori dai nostri confini, infatti, veniamo percepiti come una Regione “pericolosa”. Non è così, tuttavia questo è il messaggio veicolato dal tam tam mediatico degli ultimi anni. I numeri delle presenze turistiche dicono questo con un preoccupante meno 40% di presenze nel parco d’Abruzzo di questi primi mesi. L’immaginario collettivo, insomma, influenza la realtà, tanto in positivo, quanto in negativo. Lavorare a costruire un corretto immaginario collettivo è, per noi, una priorità.
Se nell’immaginario regionale registro questo vulnus, non posso non registrare che, mutatis mutandis, anche nella sub area Marsica avviene un fenomeno similare circa la vicenda CAM SPA, cioè la società pubblica che gestisce il servizio idrico. A fronte di legittime rivendicazioni del Comune di Luco dei Marsi (che chiede il pagamento di debiti del CAM accertati giudizialmente e che pignora i terzi per avere soddisfazione delle proprie pretese, dovendo fronteggiare un bilancio comunale sull’orlo del dissesto) si posiziona il fuoco di fila di chi farebbe meglio, invece, ad interrogarsi sul perché l’immaginario collettivo marsicano restituisce un CAM disastrato e “bruciadenari”. L’idea di una società divenuta rappresentazione plastica di cattiva politica, crea un clima di confronto (sul delicatissimo tema del come si farà a far arrivare l’acqua nelle case, nelle imprese, negli ospedali nei prossimi giorni), viziato, condizionato, pericoloso.
Da giorni ho il timore che possa capitare l’irreparabile e che i più deboli paghino ancor più di quanto non stiano già pagando scellerate scelte politiche degli ultimi anni.
Non si tratta di battagliare sulle prossime nomine degli amministratori e sorveglianti dell’ente, si tratta di capire come si ricostruisce l’immagine pubblica di una società che garantisce l’erogazione del bene pubblico acqua. Non vi sono disfide di Barletta da portare avanti, vi è invece la necessità di ripristinare un rapporto di credibilità tra i cittadini utenti e la società erogatrice. Liberare il campo da ogni recondito pensiero, da ogni precedente attore, da ogni metodo spartitorio è l’unico modo per spogliare la questione Cam SPA vs Comune di Luco dei Marsi del “peso”, negativo e insostenibile, maturato negli anni nell’immaginario collettivo. Insomma, anche in questo caso, bisogna ricostruire l’immagine delle cose, insieme alle cose.
Redazione.