ELEZIONI AMMINISTRATIVE ABRUZZESI 2019: LE PROPOSTE DI CDC AI CANDIDATI ALLA PRESIDENZA

CDC invita i candidati democratici e fedeli alla Costituzione ad indicare la propria posizione in merito ai punti programmatici del Laboratorio Politico

Il movimento Democrazia Costituzionale lavora, sul piano nazionale e locale, per rimettere la Costituzione al centro delle lotte per i diritti e doveri dei cittadini.  A tale scopo, in vista delle elezioni regionali, alcuni membri del CdC di Pescara hanno avviato un’interlocuzione con le forze di tendenza progressista in Abruzzo per verificare: a) l’adesione agli obiettivi prioritari nella nostra battaglia per realizzare concretamente i principi costituzionali; b) la possibilità di unire le forze rinunciando alle proprie litigiose individualità per uno sforzo congiunto, da costruire insieme ai cittadini con metodo partecipativo democratico, mirato a riportare in Regione un’alleanza democratica finalmente orientata all’implementazione dei principi costituzionali e a contrastare le tendenze reazionarie e razziste riaffioranti. Il tentativo unificante, sebbene inizialmente accolto dalla maggior parte degli interlocutori, ha trovato troppi ostacoli legati ai particolarismi e si è arenato. Di conseguenza, abbiamo scelto di proseguire il nostro impegno con l’ elaborazione di temi costituzionali locali nel Laboratorio Politico di CDC aperto ai contributi di tutti i cittadini. Di seguito vengono proposti alle principali forze politiche che si riconoscono nei valori fondamentali della Costituzione, alcuni dei temi discussi che rientrano nelle competenze regionali, al fine di stimolare il dibattito e verificare l’adesione di ognuna ai temi  proposti  in  coerenza  con  le  aspettative  dei  propri  elettori.  Per  approfondimenti  si  rinvia  alla  pagina FB www.facebook.com/iovotono.

  1. Diritto al lavoro. La programmazione dei fondi regionali per lo sviluppo economico non ha mai brillato per trasparenza, efficienza ed efficacia degli obiettivi ed interventi proposti. Per questo crediamo che bisogna puntare prioritariamente sui seguenti obiettivi di programmazione industria-ambiente-lavoro: la spesa deve essere rivolta alla nascita dell’Economia Circolare per creare nuovi posti di lavoro duraturi, disinquinare un territorio martoriato dalle multinazionali e dalle mafie dei rifiuti, selezionare solo imprese che effettivamente innovano in direzione sostenibile escludendo quelle inquinanti e distruttrici di risorse; il futuro governo regionale dovrà negoziare con quello nazionale sulla riforma dei centri dell’impiego; le risorse stanziate per questa riforma non possono fermarsi al collocamento dei ‘tutor’, poiché i centri per l’impiego hanno bisogno anzitutto di strutture organizzative, tecniche, informatiche. Servono computer, reti, connessioni a banche dati e a reti di impresa, università e centri di ricerca che ad oggi mancano totalmente.
  2. Diritto delle persone alla salute e ad un ambiente sano. Urge la revisione della programmazione sanitaria sinora attuata con una nuova analisi in cui i fabbisogni dei cittadini prevalgano definitivamente su quelli di risparmio della spesa ottenuto a scapito dell’assistenza: riconsiderando  quindi non solo l’esigenza di strutture ospedaliere centralizzate efficienti , ma la presenza di strutture nelle aree interne capaci di assicurare l’assistenza sanitaria sul territorio . Bisogna inoltre: rivedere il piano e la complessiva politica dei rifiuti per l’obiettivo “rifiuti zero”, con misure quali il divieto totale e definitivo di incenerimento, il ritiro delle autorizzazioni a soggetti e gruppi riferibili a individui con carichi penali pendenti e/o passati in giudicato e conseguente revisione delle norme regionali che regolano le autorizzazioni al trattamento e movimentazione dei rifiuti; analisi e bonifica del territorio; impegno a co-finanziare le bonifiche dei siti inquinati (SIN) e a negoziare con il governo nazionale per aumentare i fondi nazionali già stanziati per la bonifica (per esempio a Bussi); analisi della situazione dei depuratori e delle discariche in tutta la regione per avviare un piano straordinario di ripristino delle strutture fatiscenti e/o non funzionanti, maggiore impegno nella sorveglianza degli effluenti. STOP al #5G. “La tecnologia 5G porta ad un massiccio aumento dell’esposizione alle radiazioni wireless. Gli effetti nocivi dell’esposizione RF-EMF sono già stati dimostrati”. E’ in atto l’ennesima speculazione, spacciata per innovazione. La regione Abruzzo deve urgentemente dotarsi di norme efficaci per impedire la proliferazione delle “antenne killer” dello strombazzato standard 5G. Al

prossimo legislatore e governo regionale chiediamo di prendere coscienza dei gravi rischi per la salute denunciati dalla comunità scientifica internazionale e introdurre il divieto di installazione delle antenne nel territorio regionale, anche prendendo esempio da quanto fatto in altre regioni d’Italia come la Valle d’Aosta, il Friuli, le Marche e La Lombardia, ovvero da province come Trento e Bolzano.

  • Diritto allo sviluppo socioeconomico. La gestione dei fondi europei è stata sinora inefficiente. Bisogna cestinare il metodo della concertazione e rivedere in toto gli obiettivi della programmazione che, per i fondi 2021- 27, dovrà innanzitutto allargare la partecipazione a tutti i cittadini interessati, rendere i meccanismi realmente trasparenti con l’istituzione di una piattaforma telematica accessibile a tutti e regole per la partecipazione diffusa; rimuovere dall’incarico i dirigenti già arrestati o condannati in funzioni di programmazione e gestione della spesa pubblica; riformare i contenuti della programmazione legandola alla realtà abruzzese per favorire il rilancio delle attività manifatturiere, agricole e turistiche anche delle aree interne.  Urge virare verso l’economia circolare e concentrare tutta la programmazione sull’innovazione dei sistemi economici e sociali in questa direzione, riscoprendo il potenziale della terra, delle risorse naturali e di quelle culturali, le cui energie devono essere rimesse in moto se vogliamo risanare le condizioni economiche e sociali degli abruzzesi, riprendere a creare posti di lavoro durevoli, evitare lo spopolamento dei piccoli comuni.
  • Diritti e doveri di legalità. La situazione dell’amministrazione regionale abruzzese in termini di legalità e competenze è seriamente carente. Occorre quindi rivoluzionare il sistema di incentivi/disincentivi ai lavoratori regionali basandolo sulla trasparenza dei procedimenti,  l’efficacia delle funzioni,  la professionalità; nuovo  codice etico e professionale per la selezione dei dirigenti; nuovo regolamento di gestione e azzeramento dei vertici delle società regionali partecipate con riforma di un efficace sistema di controllo da parte della Regione e di conseguenza dei cittadini.
  • Democrazia e partecipazione. Riforma della legge elettorale. La legge elettorale abruzzese presenta due gravi ‘innovazioni’ apportate nel 2014 per innalzare a livelli inauditi le firme necessarie per la presentazione delle candidature (fino a 2.000 per ogni circoscrizione e 8.000 in tutta la Regione) e per assegnare un premio di maggioranza (fino al 65%: questo significa che stando ai sondaggi, il prossimo vincitore si vedrà raddoppiati i seggi!) che non ha eguali nel mondo civile. CDC chiede pertanto un impegno a rivedere la legge, soprattutto in merito a  questi punti che la rendono inaccettabile in un Paese democratico. Una proposta di legge regionale per la partecipazione popolare, tesa a favorire la partecipazione dei cittadini alle decisioni sulle più importanti scelte che riguardano la Regione, e appoggiata dal CDC, è stata già depositata in Regione nella scorsa legislatura: chiediamo che il futuro governo si impegni a dare finalmente avvio all’iter legislativo.
  • Trasporto pubblico. La situazione dei trasporti in Abruzzo si può definire ‘emergenziale’. Occorre quindi, come già detto, rimuovere dagli incarichi dirigenziali il personale inquisito, e riorganizzare la programmazione della rete dei trasporti, integrando il trasporto ferroviario e stradale con la rete FS, e dando priorità all’esigenza del trasporto primario delle aree urbane e dei pendolari anche delle aree interne.

SCUOLA, ASILI NIDO, VIABILITA’, INFRASTUTTURE, SPORT, FORMAZIONE, TUTELA DEI BOSCHI, DEI FIUMI, DEL MARE, DELLE MONTAGNE, DELLA CULTURA. DELLA DIVERSITA’, DEL PATRIMONIO ARTISTICO, DELLA BELLEZZA, …. AL NUOVO GOVERNO REGIONALE, IN SINTESI , CHIEDIAMO IMPEGNO FORMALE ALL’ASCOLTO E ALLA TRASPARENZA.

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