– Cosa l’ha spinta a presentare la sua candidatura in queste elezioni amministrative?
Il desiderio di agire contro l’immobilismo e l’indifferenza verso le problematiche ambientali. E’ sotto gli occhi di tutti il degrado della qualità ambientale del territorio cui consegue l’impoverimento delle relazioni sociali. Il fenomeno, purtroppo, è comune a molte città italiane (soprattutto del sud) in cui si assiste ad una inarrestabile perdita di valore della tradizionale ricchezza paesaggistica, volano – anche – per uno sviluppo economico e turistico.
– Perché ha scelto di candidarsi con Gabriele De Angelis?
Perché lo stimo, come uomo e come amministratore. E’ un uomo del fare e lo ha dimostrato ampiamente, non a caso l’attuale Sindaco lo ha definito “il migliore”, sebbene oggi alcuni alleati del primo cittadino tentino goffamente di screditarlo. Ma soprattutto perché ha avuto il coraggio di rendere i cittadini partecipi e non spettatori di un progetto ambizioso e realizzabile.
– Secondo Lei quali sono le priorità da affrontare per la città di Avezzano?
Sento frequentemente dire, da molti candidati pressoché di tutti gli schieramenti, che le priorità sono il lavoro, la sicurezza, la desertificazione delle aree industriali e del centro cittadino. Sono d’accordo ovviamente sempre avendo ben chiari quali sono i compiti e i ruoli dell’amministratore comunale. Alcune delle problematiche appena evidenziate dipendono da molteplici cause. Non su tutte può influire (se non in misura parziale) l’azione di un Sindaco. Certamente laddove non si può agire occorre la lotta politica, poiché si tratta di levare voci di dissenso verso l’attuale governo nazionale. Personalmente, conoscendo quali sono i compiti di un consigliere comunale, non credo sia utile ingannare la cittadinanza ricorrendo a proclami irrealizzabili. Certamente si può agire per normalizzare l’azione amministrativa ispirandosi ai principi di trasparenza, efficienza, imparzialità, equità. La città in ogni caso è caotica e appare avviata verso un declino inarrestabile. Il suo sviluppo urbanistico poi è avvenuto in maniera disorganica. Per questo occorrerebbe un nuovo Piano regolatore generale, improntato al principio dello stop al consumo di suolo ed al recupero del patrimonio edilizio esistente. Numerosi studi sulle principali città europee sono ormai concordi nel considerare finito il periodo dell’espansione urbana, sostenendo la necessità di un nuovo approccio orientato alla densificazione (o ri-densificazione) e al recupero di aree urbane non utilizzate o male utilizzate, senza prevedere ulteriore consumo di suolo. Nonostante questa consapevolezza e la sensibilità di una parte crescente dell’opinione pubblica, assistiamo ad Avezzano ad un continuo incremento di territorio reso edificabile. I numeri ci dicono che, ben lungi da allinearci a quella tendenza che viene definita shrinking city (città in contrazione), stiamo consumando suolo in maniera massiccia, soprattutto per finalità residenziali e commerciali. Basti pensare al nuovo centro commerciale che sorgerà ai piedi del Salviano o all’assurdo piano di riqualificazione di Antrosano che, in realtà, nasconde lo scopo di favorire gli speculatori edilizi facendo inghiottire dal cemento una amena collina. Il tema del consumo di suolo continua ad essere completamente ignorato.
– Come giudica l’operato dell’Amministrazione uscente ?
Non positivo e credo di averlo esternato in svariate occasioni ma sempre su temi di interesse generale. Dalla gestione dei rifiuti, alla mancanza di una visuale complessiva dell’azione amministrativa in ordine alla gestione del servizio idrico integrato e soprattutto sulla depurazione delle acque. Sul piano traffico, sull’assenza di monitoraggi della qualità dell’aria, sull’assenza di un piano di localizzazione delle antenne che ponga fine all’anarchia, all’inquinamento di siti sensibili sui quali giacciono da tempo rifiuti pericolosi. Potrei continuare per molto tempo ma preferisco guardare avanti. In ogni caso sapranno giudicare i cittadini.
– Quale sarà l’argomento sul quale focalizzerà la sua campagna elettorale?
Principalmente la tutela dell’ambiente e la necessità di fare rete con gli altri Comuni della Marsica per progettare, congiuntamente, uno sviluppo sostenibile della Città e dell’intero territorio; perché Avezzano è il centro nevralgico della Marsica e con essa deve integrarsi, non solo a parole. Agricoltura e archeologia (da Alba Fucens a Marruvium) devono divenire le strutture portanti per un duraturo e sostenibile sviluppo economico dell’area Marsa. Il mio modello di riferimento è una regione austriaca, la Carinzia, cui sono molto affezionato, che offre un esempio di organizzazione sociale encomiabile. Dai negozi e mercatini di vicinato e artigianato locale, alla tutela dei boschi e delle valli, delle acque (fiumi e laghi), all’agricoltura etc. La Marsica ha tutte le carte in regola per programmare un futuro migliore.
– Come valuta il clima pre-elettorale che si sta respirando in città?
A giudicare il comportamento e le proposte degli aspiranti candidati saranno solo i cittadini, nel segreto dell’urna. Come scriveva un nostro illustre corregionale “Merita di governare un popolo solo chi lo ama. Perché solo chi lo ama è disposto a servirlo. Chi non lo ama può solo servirsene”