Marcozzi: subito al voto. l’Abruzzo non può permettersi 8 mesi di immobilismo. rischi per economia regionale.
Si dice preoccupata per il futuro della regione il Consigliere regionale del M5S Sara Marcozzi che il 14 Agosto ha inviato una nota alla Direzione Affari della Presidenza e Legislativa per conoscere tempi e modalità di scioglimento del Consiglio regionale e per fare chiarezza sulla data di indizione delle prossime elezioni regionali.
“Siamo di fronte all’ennesimo tentativo di quello che appare come un sequestro di regione di Ferragosto” commenta Sara Marcozzi, riferendosi alle ricostruzioni della stampa sulle intenzioni della maggioranza di allungare i tempi per il ritorno al voto “il comma 4) dell’articolo 86 dello Statuto parla chiaro – […] Nei casi di cui al comma 3) le nuove elezioni sono indette entro tre mesi secondo le modalità definite dalla legge elettorale – ”.
A ciò si aggiunge anche quanto sancito dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 196 del 2003 proprio con riguardo a una legge di Regione Abruzzo, in cui è stato ampiamente chiarito proprio in riferimento al comma 4) che la disposizione relativa all’indizione delle elezioni, sia da intendersi nel senso che le elezioni abbiano luogo, e non siano semplicemente indette, entro tre mesi dallo scioglimento della Legislatura.
“Restiamo in attesa di conoscere i contenuti del decreto di scioglimento, che a quanto annunciato dal Presidente Di Pangrazio, ci sarà notificato entro oggi, ma vigileremo affinché siano rispettati i dettami della Costituzione e dello Statuto” dichiara Sara Marcozzi “sono preoccupata per alcune ricostruzioni della stampa che avvalorerebbero la tesi secondo cui ci sarebbe la possibilità di tornare al voto addirittura nel Marzo 2019. Otto mesi di paralisi istituzionale rappresenterebbero un dramma per l’economia della nostra regione. Il termine massimo è di tre mesi, ma confidiamo che il Presidente della Corte d’Appello, sentito il Vice-Presidente della Giunta, scelga una data fra la metà di Ottobre e la metà di Novembre. Le dimissioni del Presidente D’Alfonso sono state ricevute il 10 Agosto, data dalla quale scattano i tre mesi per tornare alle urne. Il termine massimo sarebbe entro il 10 Novembre ma nulla vieta al Presidente della Corte d’Appello, di scegliere una data antecedente a quella di scadenza dei termini, magari l’ultima domenica di Ottobre o la prima di Novembre. Una scelta che permetterebbe a Regione Abruzzo di avere una maggioranza nel pieno delle sue funzioni e che possa lavorare a importanti atti di programmazione partendo proprio dall’approvazione del bilancio”.
La Consigliera regionale, tiene a precisare anche in merito ad alcune ricostruzioni in tema di bilancio: “Nella malaugurata ipotesi in cui il Presidente della Corte d’Appello dovesse ritenere di ritardare al massimo la scelta della data delle elezioni, il decreto legislativo 118/2011 prevede, anche per casi come quello dello scioglimento anticipato di una amministrazione, l’esercizio provvisorio. Uno strumento che permetterebbe alla Giunta regionale appena insediata di approvare il bilancio entro la fine dell’anno e di portarlo in Consiglio regionale per l’approvazione già a gennaio o fino al 20 Aprile 2019, termine stabilito dal D.Lgs 118/2011” afferma Sara Marcozzi “Sarebbe davvero pericoloso per l’economia della nostra regione andare in prorogatio con questa maggioranza fino ad anno nuovo. La legge, infatti, stabilisce che possano essere approvati solo atti “indifferibili” e “urgenti”, il bilancio è certamente un atto indifferibile ma solo relativamente alla parte ordinaria, vale a dire l’approvazione di quella parte di bilancio che riguarda le spese correnti o quelle obbligatorie. Non sarebbe possibile approvare nessuna misura straordinaria, penso ad esempio al settore della cultura o a interventi sulle società partecipate, che vede proprio nella sessione di bilancio l’approvazione di provvedimenti attraverso progetti di legge o emendamenti. Pensare che coloro che hanno lasciato i bilanci nella tragica situazione attuale, con l’ultimo bilancio parificato dalla Corte dei Conti fermo al 2013, si facciano scudo agitando il rischio della mancata approvazione del bilancio del 2018 è buffo oltre che stomachevole” conclude Marcozzi.