Nella speranza che non ci sia una seconda ondata della pandemia iniziano a filtrare le prime linee guida del Ministero sulla ripresa delle attività scolastiche. Ma siamo già a luglio e l’estate passerà presto; cosa accadrà a settembre?”. Se lo chiede FIAB Teramo – associazione della Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta – indirizzando una nota ai Comuni teramani e alla Provincia di Teramo.
“Con l’autunno – continua FIAB – la ripresa della attività scolastiche dovrà fare i conti con un nuovo scenario, con esigenze di distanziamento che sconvolgeranno l’attuale assetto dell’edilizia scolastica e non solo.
Se il Ministero dell’Istruzione annuncia linee guida per lo svolgimento, in sicurezza, della didattica, ipotizzando anche l’utilizzo di spazi “all’aperto”, nessuno sembra porsi il problema dei milioni di soggetti che intaseranno il sistema della mobilità, individuale e/o collettiva, per spostarsi da e verso le scuole. Docenti, studenti, accompagnatori, che magari prima del Covid utilizzavano il trasporto pubblico locale, ora preferiranno, per ragioni di sicurezza, rivolgersi all’automobile, con tutti gli immaginabili problemi che da questa scelta deriveranno”.
“È quindi necessario – evidenzia FIAB Teramo – che Comuni e Provincia ragionino da subito sui nuovi scenari che si prospetteranno, creando, ad esempio, “strade scolastiche”, ovvero assi viari di collegamento in sicurezza con le scuole, proprio al fine di evitare, in occasione della loro riapertura il rischio di un aumento degli ingorghi automobilistici, agevolando in particolare esperienze di pedibus/bicibus. Al riguardo proponiamo la realizzazione di zone filtro senz’auto (car free), nonché di implementare in tempo utile spazi sosta bici all’interno delle sedi scolastiche o realizzarne nei pressi, anche al posto di parcheggi auto.”
“La creazione di ampie aree pedonali intorno alla scuola, di percorsi pedonali e/o ciclabili (anche attraverso la nuova tipologia delle “corsie ciclabili”) che colleghino le strutture scolastiche a parchi, piazze, altri contenitori utilizzabili per la didattica, insieme a sistemi di bicibus e pedibus e di politiche dei tempi e degli orari, permetterebbe di fruire di nuovi spazi, anche esterni alle scuole (ma ad esse adiacenti), e di raggiungere le strutture in sicurezza, a piedi o in bicicletta, magari con sistemi di intermodalità – conclude la nota – Il momento di agire è adesso, e siamo già in ritardo. A settembre i problemi esploderanno e sarà impossibile porvi riparo.”