Le chiede il presidente dell’Ance nazionale Claudio De Albertis, il quale denuncia che le regole che disciplinano il settore edile sono saltate a causa delle imprese che lavorano con contratti assurdi e che provocano una concorrenza sleale, sostenendo anche che le casse edili nazionali non riescono più a monitorare la presenza dei lavoratori nei cantieri, chiedendo inoltre di investire sui progetti cantierabili e digitalizzando la pubblica amministrazione.
La Filca Cisl di L’Aquila si associa alle dichiarazioni del presidente della più grande associazione imprenditoriale edile a livello nazionale e rilancia la denuncia della veridicità di queste affermazioni, intervenendo nella persona del proprio responsabile territoriale Pietro Di Natale, all’interno della trasmissione di “Radio anch’io” andata in onda venerdì mattina, 23 settembre (clicca qui per riascoltare la puntata, intervento al minuto 00:59).
Il tema affrontato nella trasmissione, alla quale hanno partecipato noti politici nazionali, riguardava gli errori da non commettere nella futura ricostruzione delle zone colpite dal sisma del 24 agosto.
Il sindacalista è intervenuto per proporre di evitare le spiacevoli situazioni che si stanno verificando a L’Aquila e nei comuni del cratere dove i lavoratori edili subiscono una dequalificazione professionale, retributiva e contributiva con grave danno anche per le prestazioni sanitarie aggiuntive erogate dalle locali casse edili.
Un fenomeno in crescita, al quale si aggiunge la sostituzione di manodopera effettuata anche dalle imprese appartenenti al sistema Ance, mediante il licenziamento dei dipendenti diretti sostituiti con cottimisti e subappaltatori provenienti da altre zone del paese che mettono in fuorigioco la manodopera locale.
Aggiunge Di Natale che “il monitoraggio della manodopera viene inibito dall’applicazione del DOL (documento attestante la regolarità contributiva) che ha sostituito il DURC, strumento di maggiore efficacia”.
Inoltre ha affermato, durante il breve intervento che ”si sta realizzando anche un danno contributivo ed erariale nei confronti dello stesso Stato che finanzia la ricostruzione, in quanto le imprese dichiarano un numero di ore lavorate inferiori rispetto a quelle necessarie per realizzare l’adeguamento sismico dei fabbricati lesionati.
“Qualcuno dovrà pure intervenire a rendere una volta tanto giustizia alla parte dei lavoratori ed a fermare questo scempio, visto che abbiamo interloquito con la Corte dei Conti, l’Agenzia delle Entrate, l’Inps , la Direzione Territoriale del Lavoro e la Prefettura,” conclude il segretario.
I dati sono depositati presso “l’Osservatorio per la Ricostruzione” istituito su proposta della Filca Cisl di L’Aquila presso la Prefettura.